Natalina Fanelli, Angelo Testa, Pasquale Paoletti, Giuseppe Piedimonte, Anna Patota, Angelo Iorio e Annalisa Salvati. Sette vite spezzate in soli due giorni.
Due terribili giornate in cui le strade molisane si sono riempite di lacrime e sangue.
A nemmeno 24 ore dal drammatico schianto avvenuto nei pressi del bivio di Montagano, ancora un frontale. Ancora due vite spezzate. Quelle di una coppia che stava raggiungendo il capoluogo per affrontare un’altra giornata di lavoro.
Due genitori che oggi non torneranno dai figli. Proprio loro li aspetteranno, pensando che sarà come sempre. Come è accaduto ieri e come doveva accadere oggi e come, invece, non succederà mai più.
È un Molise, quello che si è risvegliato questa mattina, che fa i conti con il dolore e la pericolosità delle sue strade, finita nuovamente alla ribalta dell’agenda politica che, alla luce di quanto accaduto, viene ora incalzata con veemenza. Da padri e madri preoccupati per i loro figli che, magari ogni giorno, quelle strade le attraversano.
Padri e madri che quelle lettere accorate, probabilmente, ai rappresentanti delle istituzioni dovrebbero scriverle più spesso. Forse non solo quando simili tragedie irrompono nella vita tranquilla degli abitanti della ventesima regione. Dove oggi, l’ennesimo frontale, con quel Suv che dopo lo scontro è rimasto nella medesima posizione della Citroen di ieri, fa pensare quasi a uno scherzo del destino.
Troppo spaventoso anche solo per poter immaginare dettagli e coincidenze che, pure, sembrano esserci in questi due sinistri avvenuti a distanza di pochissimo tempo.
Bifernina killer si legge sui giornali ogni volta che quella strada viene macchiata di sangue. Ogni volta che un mazzo di fiori spunterà da qualche guardarial per segnalare che lì, proprio lì, qualcuno ha perso la vita.
Eppure Angelo e Annalisa oggi sono morti sulla statale 17. Troppo pericolosa anche quella? Probabilmente.
Non è la prima volta che la strada che collega Campobasso a Bojano è teatro di incidenti. L’ultimo, in ordine temporale, era avvenuto solo lo scorso mese di gennaio, quando una donna rimase gravemente ferita.
Andando a ritroso nel tempo, le vittime delle strade molisane sono davvero tante, troppe.
Numeri che, ogni qual volta accadono simili episodi, rendono lecito interrogarsi sulla pericolosità o meno delle arterie stradali della ventesima regione.
Numeri che possono, tra l’altro, rendere anche plausibile la riunione di un’assise regionale. Purché a questa seguano i fatti.
Fatti davvero in grado di ripensare e rimodulare arterie edificate per una mole di traffico di 60 anni fa, come ad esempio la Bifernina, e che dovrebbero, invece, divenire attuali ai tempi moderni.