Sembra essere sulla strada della soluzione la maxitruffa delle banconote contraffatte che ha preso piede in Molise, partita dal Blue Bar sulla statale 87 a pochi chilometri dal capoluogo, ed ampliatasi nei bar e nelle sale slot di Campobasso di cui avevamo già parlato https://www.cblive.it/banconote-fasulle-restituiscono-denaro-vero-maxi-truffa-nelle-sale-slot-del-molise/.
Al vaglio della magistratura ci sono le banconote false e le immagini dei dispositivi di video sorveglianza presenti in tutti i punti ‘colpiti’ dai truffatori. E’ proprio grazie a questi video che sembrano essere stati identificati i malfattori che, nelle scorse ore, hanno inserito nei cambiamonete banconote da 50 euro con la scritta ‘fac-simile’ ricevendo in cambio il corrispettivo denaro con valore vero. La stessa procedura era stata usata anche nelle macchinette slot machines della sala slot di Piazza Pepe: introducevano denaro falsato e tentavano la sorte ricevendone un guadagno reale. Il meccanismo truffaldino appare anche paradossale: non è un caso che la scritta ‘fac-simile’ sia ben in vista perché se trovati in possesso di questo denaro, quella stessa dicitura ‘legalmente’ non comporta un illecito.
Il problema è che le 50 euro sono state taroccate completamente e con uso illegale: la banda oleografica è uguale a quella vera al punto che i lettori ottici delle macchinette li hanno identificati come quelli veri. Un problema questo che, passata la bufera della maxi-truffa, aprirà un nuovo capitolo da affrontare in merito alla sicurezza dei dispositivi ottici che dovranno essere rivisti ex novo.
E’ stato il titolare della VideoGames 2M, Domenico Antonecchia a rendersi conto della truffa e denunciare tutto alla Polizia di Campobasso dando così il via alle indagini. Per fortuna il caso sembra essere isolato visto che, dopo un dettagliato monitoraggio su tutto il territorio, non sono stati trovati altri soldi contraffatti.
In realtà questa tecnica, però, è avvezza a certi malfattori anche a livello nazionale: secondo le denunce fatte le banconote ‘fac-simile’ si stanno diffondendo nel pescarese e nel napoletano, procurando un certo allarmismo che potrebbe coinvolgere anche i dispositivi dei distributori automatici di tabacchi e benzina, una truffa che amplierebbe il suo raggio.