Un tavolo di crisi per fronteggiare la grande emergenza sanitaria che sta colpendo i cittadini del Basso Molise privati del servizio di Guardia Medica.
Questa la richiesta che arriva dai sindaci di Campomarino, Ururi, San Martino in Pensilis e Santa Croce di Magliano al prefetto di Campobasso, Antonio Cappetta, a cui gli stessi hanno indirizzato una nota che, per conoscenza è stata inviata anche al Commissario alla sanità, al Direttore dell’Asrem e al Ministro della salute.
In riferimento alla decisione dell’Asrem di chiudere per numerosi giorni del mese di dicembre le postazioni di guardia medica in diverse località del Basso Molise e, nello specifico, nei Comuni di Campomarino, Portocannone, San Martino in Pensilis, Santa Croce di Magliano e Ururi esprimiamo grosso rammarico e profondo sconcerto per una decisione che penalizza fortemente il territorio e va ad incidere sul diritto alla salute di un’importante fetta di popolazione molisana.
Il diritto alla salute, configurandosi come diritto universale, assoluto e di rango primario per la persona, non può subire limitazioni rappresentate dalla chiusura di presidi sanitari fondamentali quali quelli in oggetto.
Assicurare l’assistenza sanitaria ai singoli permette, come è stato reso evidente dalla gestione della pandemia da Covid 19, di tutelare l’intera comunità anche in ottica di prevenzione. Al contrario, privare il territorio di punti di riferimento fondamentali quali le guardie mediche, lascia abbandonate a sé stesse comunità che hanno già subito le gravissime conseguenze della pandemia, che tutt’ora continuano a fronteggiare, in un contesto già di per sé difficile nel quale il sistema sanitario non offre le garanzie necessarie.
Il senso di abbandono che ricade sulla popolazione e su una comunità di oltre 20 mila persone non può lasciare indifferenti.
Il nostro ruolo di sindaci, responsabili della condizione di salute della popolazione nel nostro territorio, non può prescindere da una netta presa di posizione riguardo una decisione che ci lascia sconcertati e che lascia le nostre comunità sempre più sole e in balia di un sistema sanitario che non offre le garanzie e le tutele fondamentali.
Abbiamo il dovere istituzionale di rappresentarLe il disagio che colpisce i nostri concittadini, sempre più sfiduciati dinanzi alle criticità del sistema sanitario che con decisioni del genere ha ormai raggiunto un livello di particolare delicatezza e drammaticità.
Dinanzi ad un atteggiamento che sfocia nell’indifferenza, è nostra intenzione, attraverso questa nota, protestare ufficialmente riguardo la problematica venutasi a creare.
La responsabilità̀ che sentiamo forte nei confronti dei nostri concittadini ci impone di denunciare l’attuale situazione sanitaria territoriale e la inaccettabile chiusura dei presidi di guardia medica.
Il rimpallo di responsabilità tra le istituzioni lascia tutti noi esterrefatti e ci spinge a chiedere con forza un’assunzione di responsabilità ed una rapida revoca delle decisioni prese.
Riteniamo che le nostre comunità siano in una vera e propria emergenza sanitaria che ci porta a chiederLe l’immediata costituzione di un tavolo di crisi finalizzato a garantire ai nostri cittadini i livelli minimi di assistenza, anche attraverso una supplenza delle funzioni degli organi preposti.
Confidando in un immediato accoglimento di questa nostra richiesta, porgiamo i nostri cordiali saluti.