Ad accorgersi che qualcosa non andava è stata la medesima ditta, la Generale ristorazione, società che fa capo alla Elah Dufour che ha in appalto le macchinette, dalle quali da un po’ di tempo non traeva più guadagno.
Nonostante si sia trattato di 15 arresti, secondo il procuratore Ludovico Vaccaro, il comandante provinciale dei Carabinieri, Andrea Bertozzi Della Zonca, al comandante della Compagnia di Termoli, Paolo Nichilo e a quello della stazione di Termoli, Piero De Carlo che questa mattina hanno illustrato in conferenza stampa i dettagli dell’operazione, le persone coinvolte e, dunque, indagate sono 107.
Chi è finito in manette aveva scoperto come clonare le chiavette attraverso l’utilizzo di un computer, che era gestito per lo più da quello che sarebbe risultato essere il vertice dell’organizzazione: un 52enne residente in Basso Molise. La manomissione di tali aggeggi ‘frutta-soldi’ avveniva su importi di 15 euro ma agli utilizzatori finali, molti dipendenti delle aziende nelle quali erano presenti i distributori clonati, venivano venduti a soli 5 euro, somma quest’ultima che rappresentava il guadagno dell’organizzazione.
Dalle indagini sembrerebbe inoltre che, in alcune intercettazioni dei malviventi si faccia riferimento anche ad armi, anche se poi nei fatti gli inquirenti non avrebbero trovato elementi utili per intervenire in tale direzione. Le indagini hanno, invece, appurato anche una serie di furti nello stabilimento della Fiat di Termoli.
Come ha spiegato il colonnello Andrea Bertozzi Della Zonca, 80 sono stati gli uomini dell’Arma a essere impiegati per la notifica degli arresti avvenuti nei comuni di Guglionesi, Ururi, Foggia, Apricena, Santa Croce di Magliano, Portocannone e Lanciano. Importante anche il ruolo svolto dalle compagnie dei Carabinieri di Larino, Foggia e Campobasso, la cui collaborazione è stata preziosa per i Carabinieri di Termoli.