Dopodiché la bulgara è stata portata in un casolare di campagna, affittato per l’occasione senza che i proprietari ne sapessero nulla, e lì è stata rinchiusa. La donna non poteva muoversi dalla stanza, oppure uscire in giardino perché era sorvegliata a vista dal Mollica e da altri due complici, entrambi 50enni ed anche loro originari di San Severo. Oltre al sequestro, la donna è stata costretta a prostituirsi, lungo la strada statale 16 all’altezza di S. Martino in Pensilis. Obbligata a vendersi per prestazioni che variavano tra le 10 e le 30 euro, anche obbligata a rapporti non protetti. Il guadagno quotidiano oscillava tra le 250 e le 300 euro, incasso che andava tutto nelle tasche del Mollica.
La rivelazione choc è arrivata alla Polizia venerdì pomeriggio, 26 giugno, quando gli agenti in borghese hanno fermato la donna lungo la strada. Per lei è stato quello il momento della liberazione: alla Polizia ha denunciato tutto, con l’aiuto di un interprete visto che la donna non parla italiano. Così gli agenti hanno riportato la bulgara lungo la strada e hanno aspettato, appostandosi, che il ‘magnaccio’ tornasse a fine serata. Così Adamo Mollica è stato colto in flagranza di reato, arrestato e portato presso il carcere di Larino. A firmare la convalida di arresto il gip Roberto Cappitelli. Su di lui gravano le accuse di sfruttamento della prostituzione e ingiustificato porto d’armi, oltre che gli sono stati sequestrati i 650 euro che aveva con sé e un coltello. I suoi tre complici, il bulgaro e i 50enni di San Severo, sono stati denunciati ed avevano già precedenti penali.
La giovane mamma bulgara è stata portata in una struttura per i servizi sociali a Termoli, dove le sono prestate tutte le cure del caso. Inoltre la giovane ha rivelato che a giorni sarebbero arrivate anche altre ragazze straniere, ignare di quello che le aspettava.