FABIANA ABBAZIA
Sono stati notificati a Palazzo Vitale i ricorsi al Tar inoltrati da alcune amministrazioni comunali contro la gestione del Servizio Idrico Integrato e l’istituzione dell’Egam, Ente di Governo d’Ambito del Molise e curati dagli avvocati Massimo Romano, Pino Ruta e Margherita Zezza. 16 i Comuni che hanno impugnato la delibera di Giunta regionale numero 285 del 15 giugno scorso relativa proprio all’istituzione dell’Egam. Il ricorsi sostenuti dalle amministrazioni di Campodipietra, Montefalcone, Sepino, San Polo Matese, Campochiaro, Bonefro, Guardiaregia, Busso, Roccamndolfi, Cantalupo, Sant’Agapito, Castelpizzuto, Belmonte del Sannio, Acquviva d’Isernia, Pescolanciano e Civitanova del Sannio si fondano su “vizi formali come l’incompetenza della Giunta e, sostanziali come l’incostituzionalità dell’articolo 7 dello Sblocca Italia”. Dunque, una battaglia messa in piedi sia contro l’esecutivo guidato da Frattura, sia contro il Governo Renzi.
All’ente istituito dalla Giunta regionale dovranno, infatti, obbligatoriamente aderire tutti i Comuni, ed entro il 30 settembre prossimo il Servizio Idrico Integrato dovrà essere affidato a un unico gestore, essendo stato individuato sempre con delibera di Giunta numero 80 del 17 febbraio scorso, un unico Ambito Territoriale Ottimale che coincide con l’intero territorio regionale. Dunque, il neonato ente, che di fatto andrebbe a sostituire tutte le funzioni esercitate dall’agenzia speciale ‘Molise Acque’, per le amministrazioni ricorrenti, oltre a essere un cosiddetto ‘carrozzone’, perseguirebbe come obiettivo quello di smantellare le competenze dei Comuni a fronte di un sostanziale aumento della tariffa idrica per i cittadini.
Insomma, si tratta di una vera e propria lotta per difendere l’acqua pubblica che nasce dalla preoccupazione della possibile privatizzazione.
Una protesta perseguita attraverso le vie legali nella quale a chiamare a raccolta gli amministratori è stato in modo particolare il primo cittadino di Campodipietra, Giuseppe Notartomaso. Lo stesso ha indirizzato un ulteriore appello al governatore Frattura e ai consiglieri regionali per presentare un emendamento al Consiglio che si riunirà a Palazzo Moffa il 22 settembre prossimo, finalizzato ad estendere il referendum riguardante il ‘No alle trivellazioni in Adriatico’ all’abrogazione dell’articolo 7 dello Sblocca Italia a difesa dell’acqua pubblica gestita dal sindaco. Un monito che trae fondamento spiega il primo cittadino “dalla risoluzione del Parlamento Europeo dell’8 settembre scorso che dopo aver richiamato tutte le norme comunitarie al riguardo raccomandano, ai punti 28 e 46, di favorire il ritorno alla gestione comunale ove previsto dal legislatore nazionale”.
“Invito, quindi, tutti – ha detto Notartomaso – a superare logiche politiche sul tema e facendo fronte comune resistere a questo attacco che danneggia soprattutto il Molise e i molisani. Altre regioni hanno tante altre opportunità, tra cui spicca sicuramente il turismo che verrebbe danneggiato dalle trivellazioni, e noi per solidarietà sosteniamo il referendum; facciamo altrettanto nei nostri confronti visto che per noi l’acqua è forse l’unica risorsa ed opportunità che ci rimane”.
“Un ulteriore invito lo rivolgo alla delegazione parlamentare – ha poi concluso il sindaco – al fine di seguire e sostenere le due iniziative di legge riguardanti l’idrico, ovvero il disegno 2212 in discussione in Commissione ambiente della Camera e il testo a firma dell’onorevole Realacci riguardante i piccoli Comuni”.