Nel corso di queste operazioni la donna si è però insospettita, soprattutto in relazione a una certa titubanza mostrata dall’interlocutore nel passarle il cellulare. Tanto è bastato per indurre la signora a telefonare al 113 ed avvisare, con il suo telefonino, il figlio di quanto stava accadendo. Il truffatore, vistosi scoperto, si è dato a questo punto alla fuga.
Si tratta di un episodio che rappresenta una positiva conferma dell’utilità della campagna di sensibilizzazione e informazione che la Questura di Campobasso, grazie alla disponibilità e sensibilità sul tema da parte degli organi di informazione, sta portando avanti con i primi significativi risultati. La vicenda narrata rappresenta solo una delle modalità con cui vengono perpetrate le truffe. La fantasia dei soggetti autori di tale reato non ha limiti e non bisogna abbassare la guardia.
“Non bisogna, – fanno sapere dalla Questura di Campobasso – sottovalutare la gravità di tali reati che, aldilà del danno economico, sono in grado di minare la serenità, l’autonomia e la fiducia in sé stessi in coloro che, in relazione all’età, inevitabilmente diventano più vulnerabili, soprattutto quando vengono abiettamente sfruttati i legami affettivi tra genitori e figli. Non esistono persone anziane esenti da tale rischio e chi è vittima di tali reati non deve farsene una colpa o sentirsi meno idoneo a continuare a vivere nella sua autonomia, sapendo che nelle Forze di Polizia troveranno disponibilità e professionalità”.