Sequestro preventivo di beni per 800mila euro. A finire nei guai due campobassani. Non è escluso, però, che l’indagine potrebbe allargarsi e coinvolgere altre persone.
Polizia e Agenzia delle Entrate, dal 2016, hanno lavorato a stretto contatto per ricostruire un macchinoso sistema di frode. Violazioni dell’Iva per milioni di euro quella contestata dagli inquirenti a una serie di soggetti.
In pratica, i rivenditori di autoveicoli occultavano operazioni commerciali di acquisti intracomunitari di autovetture, trasformandole artificiosamente in acquisti che privati avrebbero fatto direttamente all’estero.
Fatture e contratti falsi, ma anche dati dei libretti di circolazione esteri alterati: i rivenditori rilasciavano alla motorizzazione anche false dichiarazioni sostitutive. Ecco perché al vaglio degli inquirenti ci sono anche le posizioni di alcune agenzie di pratiche auto.
Ma a finire nei guai, sia per le eventuali responsabilità penali che amministrative, potrebbero essere centinaia di clienti che, beneficiando del sistema fraudolento intercettato, hanno acquistato autovetture a prezzi concorrenziali traendone un illecito vantaggio.
Alcuni di questi sono stati già raggiunti da provvedimenti di sequestro delle targhe a seguito di emissione di revoca delle immatricolazioni con relativa intimazione di versamento dell’Iva dovuta.