Il fascicolo processuale era stato trasmesso a Campobasso per competenza territoriale dal Tribunale di Aosta con sentenza del 15 settembre 2016. Maria Girani, seconda moglie del senatore liberale, alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1973, aveva solo l’usufrutto uxorio sulla collezione di gioielli del marito e, quindi, alla sua morte, avvenuta nel 2009, avrebbe dovuto restituire i preziosi, stimati tra i 150/200 milioni di Euro, agli eredi dell’editore romano. Ciò non è avvenuto e per questo motivo Marco Oreste Bianchi Milella, figlio di primo letto dell’usufruttuaria e non erede del senatore, sta rispondendo di appropriazione indebita aggravata degli stessi davanti al Tribunale di Roma, dove gli eredi Angiolillo, rappresentati dall’avvocato Luigi Iosa ed altri avvocati (Demetrio Rivellino, Francesco Mingiardi, Giovanni Marinacci e Pietro Venanzio), si sono costituiti parte civile per l’enorme danno patito. Inoltre, è imputato davanti al Tribunale di Roma, come complice, per la ricettazione dei gioielli di proprietà degli eredi Angiolillo anche il gemmologo svizzero Hervé Louis Fontaine.
Il prossimo 5 giugno, davanti al giudice dell’ottava sezione penale del Tribunale di Roma, Giuseppa Marcelli, dovranno comparire come testimoni del pubblico ministero Gianni Letta, Francesco Bellavista Caltagirone, Vittoria Michitto, vedova dell’ex presidente della Repubblica Giovanni Leone, e i due imputati Bianchi Milella e Fontaine.
Infine, in data 2 ottobre 2017, davanti al Tribunale di Lecco, dovrà comparire, sempre come imputato, Marco Oreste Bianchi Milella per non aver versato allo Stato italiano un’imposta pari a circa 6.000.000,00 di Euro nell’anno 2011 per la vendita del “Princie Diamond”, pezzo pregiato della collezione dei gioielli indossati dalla madre Maria Angiolillo, venduto nel 2013 all’asta a New York dalla Christie’s per 40 milioni di dollari e acquistato dall’Emiro del Qatar. Anche in questo processo penale è persona offesa Renato Angiolillo Jr., nipote omonimo del fondatore de “Il Tempo” di Roma.