Il sindacalista era stato accusato di aver chiesto 10 mila euro al presidente della cooperativa. Se Soliman non avesse ricevuto quei soldi, allora sarebbero state aperte nuove vertenze nei confronti della cooperativa, per la quale il sindacalista aveva ottenuto un accordo di conciliazione con i lavoratori. Era questo il ricatto con cui Solyman avrebbe tenuto in pugno le sue vittime.
L’ex segretario provinciale dell’Ugl dal momento del suo arresto aveva però sostenuto sempre la propria innocenza. Tuttavia, una volta fuori dal carcere il sindacalista non avrebbe resistito e, nella casa anziani di Morrone del Sannio, ci si sarebbe recato ancora una volta per nascondere le prove che, molto probabilmente, lo incastravano.
Un episodio questo che però non è passato inosservato agli agenti della Mobile di Campobasso, i quali hanno immediatamente informato il sostituto Procuratore del Tribunale di Larino, Federico Carrai, che per Solyman ha immediatamente ottenuto l’aggravamento della misura cautelare. Il sindacalista resta, dunque, in carcere e la sua posizione nei confronti della legge si aggrava.