MARIA CRISTINA GIOVANNITTI
Cui prodest? Sembra quasi un tragico segno del destino oppure una sorte “forzatamente” comune su cui sarebbe opportuno indagare. A pochi giorni di distanza sono morti sia il pentito del clan dei Casalesi, Carmine Schiavone, scomparso all’età di 72 anni per un infarto, che il magistrato della Procura di Napoli Nord, Federico Bisceglia, 42 enne che indagava sul ciclo illecito dei rifiuti nella Terra dei Fuochi e non solo. Le indagini del pm erano rivolte anche sul crocevia nord-sud tra la Campania e la Lombardia, non immune in questo collante anche il Molise, dove Schiavone è stato pionere di rivelazioni choc e dove il pm Bisceglia aveva focalizzato la sua attenzione. Federico Bisceglia ha perso la vita domenica, 1 marzo, in un incidente sulla A3 Salerno-Reggio Calabria, all’altezza di Castrovillari, in provincia di Cosenza.
Ad avanzare dubbi non solo il parlamentare pentastellato Luigi Di Maio, ma anche il noto oncologo Antonio Marfella che, oltre al dispiacere, ha esplicitamente chiesto chiarezza sulle dinamiche dell’impatto mortale. Questa incertezza è legata al fatto che lo stesso ex boss della camorra, Schiavone, aveva avvisato il dottor Marfella sulla possibilità di “strani incidenti stradali’ dicendo: “Dottore, noi non siamo scontenti di quello che state facendo per fare chiarezza sul danno sanitario provocato da questo disastro, anzi vi ringraziamo perche’ ci state aiutando a capire le fesserie che abbiamo fatto. Se fossimo stati scontenti, lei non ci sarebbe piu’ da molti anni su questa terra. Ma una cosa gliela voglio dire: se le capita un incidente stradale come al Generale Gennaro Niglio, le sia chiaro che non siamo stati noi”. È stato questo che l’oncologo Marfella ha inteso come un avvertimento “che potevo capire solo io”.
Una connessione tra le due morti che fa rabbrividire e che, fatalità o no, a pochi giorni di distanza mette a tacere per sempre due voci chiave nella lotta all’ecomafia.