Anche le feste pasquali sono state archiviate. E’ stata una settimana piena di eventi a cui i campobassani hanno partecipato con sentito trasporto e profonda devozione. A partire dal giro delle chiese il giovedì santo, giorno in cui in tanti – per rispetto del Cristo morto per salvarci e portare la pace tra gli uomini – si son dovuti mordere la lingua a più riprese non riuscendo a trovare un buco di parcheggio neanche nei posti riservati ai disabili, occupati proprio dai disabili, guarda un po’ il caso!
Fino a quando non è arrivata l’alba del mattino successivo, ossia il venerdì dedicato alla processione del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, evento che attira più folla della spiaggia di Mondello a Ferragosto. Chi per curiosità, chi per tradizione e chi per sentito credo, quella sera ha preso parte alla sacra rappresentazione che ha potuto vantare un coro composto da ben settecento persone. Ora, non so il resto dei miei concittadini, ma io mai avrei voluto essere nei panni del Maestro che ha diretto l’orchestra per un semplice fatto: far capire agli ultimi cinquecento coristi della fila il momento preciso di pausa e attacco, non deve essere proprio come governare il Piccolo Coro dell’Antoniano né come avere la responsabilità del pennuto guida del volo a “V” degli uccelli, che si spostano perfettamente sincronizzati dal battito delle ali riuscendo a massimizzare la “cattura” delle correnti d’aria favorevoli. Anche perché, in mezzo a quella calca, di aria ne passava davvero quel tanto che serve per non diventare cianotici e morire per asfissia. La potenza di ripresa fiato successiva, diventa simile a quella di un escavatore a risucchio, tant’è che in quell’attimo preciso è possibile approfittarne per chiudere alimenti sottovuoto sfruttando la rimozione dell’aria dall’ambiente circostante nel raggio di sette contrade. Motivo per cui all’evento hanno partecipato anche famiglie che volevano solo mettere salsicce e provole dentro involucri e contenitori, al riparo dall’ossidazione, in vista del picnic di Pasquetta.
Oltre a questi simpatici personaggi non sono mancati quelli che, nei giorni precedenti la settimana santa, si sono chiusi in casa a cercare di creare biglietti di auguri al computer pieni di frasi inneggianti alla pace, all’amore e alla carità cristiana. Salvo poi, a bordo strada, lasciarsi andare a commenti colmi di misericordia come “ma hai visto come è ingrassata la zia del fratello di mia cognata? Pure il sacco a pelo che s’è messa le sta aderente”; “hai sentito come ha stonato la signora del primo piano sotto casa tua?” “ma quale?” “quella nella seconda fila in fondo, al centro, la numero seicentosessanta. L’ho riconosciuta!” “Ah, quella accanto alla zia del fratello di tua cognata?” “Si, mica si sono messe vicine apposta! E’ che quando canta lei, richiama le balene” . E via così, un fuggi fuggi di improperi e pettegolezzi degni degli insegnamenti più profondi del figlio di Dio, che se avesse gridato “mi raccomando liberate me che Barabba l’ho visto l’altro ieri in un centro sociale a bere con due immigrati” a quest’ora la comunità cristiana sarebbe un agglomerato di serial killer che sui biglietti pasquali scriverebbe “oggi tocca all’agnello, domani chissà”.