Ombre sulla Croce Rossa di Campobasso sulle quali alcuni volontari vogliono far luce attraverso un esposto in Procura presentato ieri, giovedì 28 aprile 2016. Un’azione mirata a far chiarezza su quelle che per alcuni sarebbero delle anomalie relative ai rimborsi erogati ai volontari del capoluogo senza che gli stessi presentassero ricevute o scontrini.
Dunque, le irregolarità riguarderebbero “il rispetto della normativa sul lavoro, nonostante a livello nazionale – fanno sapere i volontari – la Croce Rossa sia stata chiara sull’impostazione di tutti i rapporti di lavoro con il personale dipendente”.
La Croce Rossa è un’associazione senza fini di lucro di diritto privato dal 2014 e in base ai principi sanciti nello statuto, essa può stipulare convenzioni con gli enti pubblici, ai quali fornisce un servizio in cambio di fondi. È il caso questo della convenzione che da anni la Cri stipula con il 118.
I volontari che ricoprono questi turni ricevono, così, un compenso di 51.48euro per ogni dodici ore di servizio. Le anomalie di cui parlano ora gli associati si sarebbero verificate a partire dalla fine del 2015, quando i rimborsi sarebbero stati attribuiti senza che i volontari presentassero scontrini e ricevute che attestassero la finalità della somma ricevuta.
In realtà, parte dei fondi che l‘associazione acquisiva con la convenzione da sempre sono serviti per poter far sì che i volontari potessero rivolgersi ad alcuni esercizi commerciali per poter usufruire della cena o della colazione. Questo significava che a sua volta, la Croce Rossa si convenzionava con alcune pizzerie o bar della città in cui chi prestava servizio di 118, durante quelle ore, potesse usufruire di una porzione di pizza o comunque di un pasto da consumare.
Secondo i volontari che si appellano ora alla giustizia per la verifica di tali anomalie, inoltre, non solo il denaro è stato emesso in contanti, ma in molti casi non sarebbe stata rilasciata nemmeno la copia per il ricevuto rimborso.
Dunque, per coloro che hanno deciso di sollevare la questione, con questo modo di operare potrebbero sorgere problematiche relative “all’istaurarsi di un rapporto di lavoro vero e proprio nell’ambito della non legalità”.
“L’esposto – dice infatti il volontario di Campobasso Francesco Di Bartolomeo – è stato presentato a garanzia dei principi etici della Croce Rossa Italiana e per non consentire ad alcuno, di compromettere l’azione disinteressata di centinaia di volontari della Cri Molise. Il nostro intento – prosegue duro – è quello di evitare di pagare quello che, a tutti gli effetti, è lavoro nero con soldi pubblici”.
Prima dell’esposto i volontari fanno anche sapere di aver chiesto delucidazioni ai vertici locali senza “ricevere alcun tipo di risposta”.
Chiarimenti che ora, però, gli associati chiedono alzando il tiro con un esposto in Procura, anche e soprattutto alla luce del fatto che alcuni volontari, del tutto ignari, firmando rimborsi simili hanno perso la qualifica di volontari, perdendo il diritto all’elettorato sia attivo che passivo. Alcuni non hanno, infatti, potuto né votare e né candidarsi nella tornata per la scelta dei nuovi vertici locali.
Insomma, una vicenda ingarbugliata a cui spetterà ora alla magistratura chiarire ogni dubbio che si è andato a insinuare in una fetta sostanziale del volontariato locale.