Covid: la paura, la malattia e la voglia di farcela. Sergio e Fernando escono dall’ospedale e dicono grazie ai sanitari. “Persone eccezionali”

La scoperta di essere positivi al Covid, poi il ricovero in ospedale, la preoccupazione per sè e per altri familiari che avevano contratto la malattia, ma anche un sincero grazie a chi opera ogni giorno al fianco dei malati.

È una lettera aperta quella ricevuta da un infermiere che ieri, insieme a amico Vigile del Fuoco con cui ha condiviso questo drammatico percorso, è uscito dall’ospedale Cardarelli di Campobasso e ha voluto ringraziare tutti gli operatori sanitari.

“Il 24 febbraio 2021 – racconta Sergio nella lettera – sono risultato positivo al tampone molecolare Covid. Da questa data ho iniziato la terapia domiciliare con farmaci e ossigeno, dal 2 marzo è stato necessario il ricovero in ospedale a Campobasso. Sono stato trasportato dal pronto soccorso e sono stato subito visitato e trattato con farmaci e terapia ventilata forzata (con canule nasali calde forzate)”.

“Ero molto impaurito, – ammette  – ma sapevo di stare in ospedale. Nel pomeriggio sono stato spostato nel reparto Sars situato al piano terra, dove ho continuato con la terapia ventilata forzata e con i farmaci. In camera c’era anche un altro ragazzo, Fernando, Vigile del Fuoco. Anche se i lettini erano molto scomodi era rassicurante essere lì, io e Fernando ci sentivamo al sicuro, ricevendo un’assistenza professionale ottima. Io e Fernando ci siamo fatti forza a vicenda sapendo la gravità del Covid. Il 5 marzo ci hanno trasferiti al reparto situato al quinto piano e siamo stati messi nella stessa stanza sempre con terapia farmacologica, ma con ventilazione forzata con maschera con raserwar. Il personale del quinto piano è stato umano e ci ha rassicurato e assistito per tutto il periodo di ricovero in modo eccellente e professionale”.

“Oggi 14 marzo, – ha scritto ieri Sergio – sia io che Fernando, siamo tornati a casa dalle nostre famiglie. Durante la mia degenza mia madre era al quinto piano dell’ospedale, ma è stata trasferita per complicanze in rianimazione all’ospedale ‘Filippo Neri’ di Roma.

Ciò che voglio comunicare è che io e Fernando, dall’inizio del ricovero in pronto soccorso, poi al reparto Sars e successivamente al quinto piano, abbiamo ricevuto un’assistenza professionale e un’umanità da parte del personale che non si può minimamente quantificare. Sono persone eccezionali che assistono h24 in modo professionale e umano il paziente. Grazie”.

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