Da parte del Molise c’è la richiesta al Governo della proroga delle misure di contenimento del contagio, ovvero quelle che dispongono le regole per il distanziamento sociale.
Nella ventesima regione il Consiglio regionale, riunitosi per la prima volta nella storia, da remoto si fa il punto sull’emergenza Covid-19. In aula, insieme al presidente Micone, solo i consiglieri Greco e Cefaratti.
Tutti gli altri sono in collegamento da casa e i loro interventi dovranno essere brevi e concisi. Dopo il messaggio di Micone, indirizzato ai molisani e a tutte le vittime di questa pandemia, è il governatore Toma a fare il punto parlando di una crescita di contagi che, al momento, “sembrerebbe frenata”.
“Tuttavia, – fa sapere il presidente – il Comitato scientifico porta a immaginare che, nei prossimi 10/15 giorni potremmo avere un picco importante”.
Se da un lato l’Asrem, sin dall’inizio dell’emergenza, si è dotata di uno staff variegato, composto da medici, virologi, ma anche di esperti di statistica e informatica per elaborare un modello che possa in qualche modo prevedere i contagi, stessa cosa stava facendo lo staff di lavoro del professor Ripabelli da qualche giorno nominato nel comitato scientifico dal presidente Toma.
I due modelli sono molto simili e sul picco del contagio sembrano combaciare. Dunque, nessuno può sentirsi ad oggi fuori pericolo.
Il governatore, nel Consiglio monotematico, spiega anche come avrebbe superato la questione del Commissario ad acta. Non solo Toma ha chiesto formalmente al Governo che i commissari in questa fase non abbiano alcun ruolo, ma alla luce di mancate risposte, così come a seguito di quanto stabilito dal Tar, il presidente dice di aver superato il problema, includendo comunque il commissario all’interno dell’Unità di crisi.
Organismo che non ha potere deliberativo, ma di coordinamento di una serie di azioni che restano in capo alle diverse istituzioni coinvolte.
Organismo che, rappresentando la cabina di regia dell’emergenza, si riunisce ogni giorno per fare il punto della situazione.
Ma Toma in Consiglio riferisce anche della questione tamponi su cui, soprattutto le minoranze, incalzano per aumentarne i numeri.
“Possiamo arrivare a processare 180 tamponi al giorno. Se dovessimo andare avanti potremmo utilizzare l’Istituto Zooprofilattico che, non ha tamponi, ma già li sta processando”.
Su notizie apparse su qualche organo di stampa Toma poi precisa. “Come erroneamente indicato da qualcuno, non ci sarà nessun ricovero Covid a Isernia e Termoli, bensì lì c’è la possibilità di eseguire i tamponi che poi comunque vengono processati a Campobasso”.
Il presidente dà poi anche i numeri dei presidi arrivati ad oggi in Molise. Presidi che, ovviamente, non sono sufficienti a coprire le emergenze. “Numeri insufficienti per tutte le regioni a causa dei problemi di approvvigionamento riscontrati a livello nazionale”, tiene a specificare.
Oltre 64mila sono le mascherine FFP2 consegnate, più di 88mila quelle chirurgiche, 83mila quelle filtra-batteri, divenute famose dopo il video del presidente De Luca. “Quelle che non servono nemmeno a pulire gli occhiali”, gli fa eco Toma. Due ventilatori, 5 termo-scanner e 300 tamponi sono arrivati in supporto all’Asrem. 2mila invece sono i tamponi che l’Azienda Sanitaria locale ha dovuto acquistare con soldi propri.
“Abbiamo consegnato tutto, disponibilità non ne abbiamo più. Le priorità sono state stabilite in una riunione di Unità di crisi regionale. Quindi in precedenza il materiale è andato al personale sanitario, alla protezione civile, alle forze dell’ordine di al trasporto pubblico locale, agli enti territoriali, al commercio e alla grande distribuzione”.
“In corso – specifica ancora Toma – abbiamo ordini in corso importanti, sui quali stiamo sollecitando con la nostra Protezione Civile regionale”.