Momentaneamente interdetto il Pronto Soccorso di Termoli per sanificazione. Gli ultimi tre casi di persone degli ambienti sanitari positive al Covid-19 hanno creato allerta e preoccupazione nel nosocomio del San Timoteo, dove dalla scorsa notte è scattata l’emergenza.
Dopo la positività del medico anche quella di due operatori sanitari, tutti rientrati dallo stesso viaggio in Trentino.
Il medico del San Timoteo, essendo tornato con sintomi influenzali dalla vacanza non è mai rientrato in ospedale, né ha mai avuto contatti con i pazienti. Cosa, invece, differente per gli altri operatori senza sintomi e rientrati in servizio lunedì.
Dopo il tampone sono stati messi in isolamento domiciliare, ma i controlli per i colleghi dell’ospedale proseguono ininterrottamente.
Dunque, sono in tutto sette i contagiati della ventesima regione. Nessuno di loro è in terapia intensiva. Anche le condizioni del medico del San Timoteo non sembrano essere particolarmente preoccupanti.
Mentre la paziente numero 3, ovvero la donna più anziana del gruppo dei primi contagiati di Montenero di Bisaccia è stata dimessa dall’ospedale Cardarelli.
Sono queste alcune delle ultime novità comunicate dal presidente della Regione, Donato Toma, il direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano e dal direttore sanitario, Virginia Scafarto.
Con l’interdizione del San Timoteo sono state allertate le regioni vicine: Abruzzo e Puglia. Quindi i pazienti del 118 – quelli normali senza ipotesi contagio Covid-19 – per il momento vengono trasportati a Vasto e, sempre il vicino Abruzzo ha anche dato disponibilità di due ambulanze.
“Una misura precauzionale, in attesa che nelle prossime ore arriveranno i risultati degli screening che stiamo aspettando”, dice Florenzano che si appella alla popolazione affinché non si rechi al Pronto Soccorso di Termoli con mezzi propri.
Intanto, se per gli operatori sanitari che hanno messo a rischio l’incolumità di colleghi e pazienti si possano configurare reati penalisarà una questione da accertare. Ed è proprio il governatore a lasciar intendere di voler andare fino in fondo a questa storia. Probabilmente dopo aver fronteggiato l’emergenza.
Un’emergenza che ha anche portato, ai limiti della contrattualizzazione collettiva, al cambio turno degli operatori sanitari: Non più 3 squadre da otto ore ma 2 da 12. “Mi scuso con le organizzazioni sindacali, ma era l’unico sistema per dare risposte agli operatori e ai cittadini”, dice Florenzano a cui fa eco la Scafarto. “Ogni unità in meno crea problemi e il nostro primo pensiero è preservare gli operatori sanitari”.
In questo senso buone notizie arrivano per il materiale anti-virus. In aggiunta alle 5mila mascherine che sono state consegnate ieri, ne sono state acquisite altre 700 della tipologia FFP2 e 800 FFP3.
“Ci stiamo procurando anche tute e materiale di scorta per il disinfettante. Si tratta di materiale di scorta, quindi è bene sottolineare come al momento non ci sia alcuna carenza, ma è fondamentale tenere i nostri operatori in sicurezza”, dice sempre Florenzano.
Intanto, i dispositivi saranno distribuiti anche ai pediatri e ai punti di guardia medica. Ma l’appello a livello locale è quello fatto da giorni a livello nazionale.
Toma, Florenzano e Scafarto raccomandano a tutti i pazienti in stato febbrile di evitare di andare negli studi o alle guardie mediche. Bisogna, invece, chiamare il medico e preannunciare di avere la febbre. “Anche questo passaggio è fondamentale serve a proteggere il personale sanitario”.
L’allerta è alta. La situazione più preoccupante al momento riguarda il Basso Molise, ma è bene sottolienare come il Molise non rappresenti un focolaio. Si tratta esclusivamente di casi che provengono da fuori regione.
Nel frattempo anche le strutture private hanno messo a disposizione posti di terapia intensiva. Trenta per la precisione. Ma è molto più probabile che possano servire ad altre regioni anziché al Molise, dove attualmente nessun contagiato ne ha avuto bisogno.
Al momento una serie di indagini stanno interessando anche i parenti dell’uomo di 89 anni di sesto Campano, ricoverato a Cassino e poi trasportato allo Spallanzani. Si tratta di un caso preso in cura da una sanità extra regionale, quindi non viene conteggiato in quelli molisani. Ma i suoi parenti sono in isolamento, senza sintomi e in contatto diretto con le strutture competenti.
Infine una nota di coraggio e di ottimismo. “Il Molise non si ferma. Presto anche per la nostra regione ci saranno misure a sostengo dell’emergenza”, ha detto Toma in chiusura della conferenza stampa.
p.g