Ancora un servizio a largo raggio ad alto impatto quello attuato dai Carabinieri della Compagnia di Bojano dal tardo pomeriggio di mercoledì che si è poi protratto anche nel fine settimana appena trascorso.
Il must permane la prevenzione e il contrasto ai reati predatori, in particolar modo le fattispecie che hanno come obiettivo abitazioni private in zone isolate, ancorché nel periodo non si registrano criticità nell’area di competenza della compagnia matesina.
Ventidue le pattuglie dislocate sul territorio con particolare attenzione ai comuni di Trivento, Salcito, Torella del Sannio, Duronia e Pietracupa, particolarmente appetibili per dislocazione geografica e insistenza di diverse vie di fuga facilmente percorribili, che hanno effettuato numerosi posti di controllo ed intercettato “al volo” veicoli in transito sulle principali arterie statali che intersecano il territorio matesino.
Alle prime ore dell’alba di domenica, le persone oggetto di controllo sono state 560 a bordo di 354 veicoli ed è nel corso di uno dei tanti controlli ed attività perquisitive eseguite sul posto, che un giovane 21enne residente nel capoluogo, mostratosi riluttante ai militari, veniva trovato in possesso di modica quantità di sostanza stupefacente del tipo hashish (gr. 2,20) che occultava in parte nel portaoggetti dell’abitacolo. Allo stesso, assumendone la paternità, è stata ritirata la patente di guida e segnalato all’Autorità Prefettizia ex art. 75 D.P.R. 309/90.
Nel corso del servizio, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile hanno dato esecuzione ad un provvedimento di carcerazione, emesso dalla Corte d’Appello di Campobasso, a carico di un giovane 33enne bojanese, già noto alle FF.OO., in aggravamento alla misura cautelare degli arresti domiciliari, cui risultava sottoposto nell’ambito di procedimento connesso agli stupefacenti, originato sempre dai militari della Compagnia matesina. Diverse erano state le segnalazioni per evasione redatte a seguito di controlli ove si accertava che il giovane era insensibile ai moniti dell’autorità ed alle prescrizioni imposte dall’Autorità Giudiziaria. La Corte d’Appello ritenendo non lievi le condotte illecite perpetrate nel tempo e verosimilmente riconducibili a contatti con il mondo della tossicodipendenza, disponeva nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere, over veniva associato dopo essere stato rintracciato nel centro cittadino.
Analoga sorte è toccata ad un 53enne dimorante in Trivento, resosi responsabile nell’anno 2019 del reato di minaccia allorquando viveva in Nepi (VT) e per il quale era stato condannato alla pena di mesi 6 di reclusione, inizialmente sospesi. Il provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo, disponeva il rintraccio e la traduzione dell’uomo alla Casa Circondariale di Campobasso ove permarrà per l’espiazione della pena, nella considerazione che non era stata accolta la richiesta di pene alternative.
In ultimo, i militari dell’Aliquota Operativa, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di ammonimento emesso dal Questore di Campobasso, su richiesta della Stazione Carabinieri di Bojano, nei confronti di una donna (49enne) che ha posto in essere diverse condotte ritenute persecutorie nei confronti dell’ex coniuge, estrinsecatesi in pedinamenti, nonché diverse introduzioni in orario notturno nella proprietà dell’istante, ove una volta raggiunto il portone d’ingresso suonava con insistenza il campanello dell’abitazione. In una circostanza aveva scritto una frase sul lunotto del veicolo dell’uomo ed in un’altra occasione, incontrandolo per strada aveva tentato un approccio.
Dal Comando di Via Croce, si rimarca – ancora una volta – l’importanza delle denunce e delle tempestive segnalazioni al 112 NUE, sia per quanto attiene ad episodi di illegalità, ai quali il certosino ed incessante lavoro dei Carabinieri cerca di porre argine, sia per quanto concerne a mere informazioni su movimenti sospetti di veicoli o persone. In merito gli incontri tenuti con le persone anziane sul territorio, hanno fatto breccia, atteso che nell’ultima settimana, tre nonnine chiamavano il centralino per segnalare di aver ricevuto telefonate da sedicenti nipoti, ai quali avevano agganciato, certo che potesse trattarsi di un raggiro, riuscendo così ad eludere i tentativi dei malfattori.