Chiusa la scuola di via D’Amato. Turni pomeridiani per gli alunni smistati tra la Colozza e via Sant’Antonio dei Lazzari. “Disagi fino a gennaio, ma scegliamo la sicurezza”

Il sindaco Battista e l’assessore Maio

La scuola di via D’Amato non riaprirà. A renderlo noto questo pomeriggio, giovedì 1° settembre 2016, sono stati il primo cittadino del capoluogo Antonio Battista e l’assessore ai Lavori Pubblici Pietro Maio, durante una conferenza stampa a Palazzo San Giorgio.

Secondo gli studi tecnici commissionati dal Comune, i lavori di adeguamento sismico effettuati tra il 2012 e il 2013 rappresentano, infatti, “solo il primo step per la messa in sicurezza dell’edificio”. Senza cadere in tecnicismi, questo significa che per rendere a norma l’edificio servirebbe un cospicuo investimento, soldi che da Palazzo San Giorgio si preferisce dirottare su altre scuole o su nuovi edifici.

Gli alunni della primaria di via D’Amato saranno così smistati, con il turno pomeridiano, tra la nuova scuola di via Sant’Antonio dei Lazzari e la Colozza. Si tratta di circa 250 alunni. Per l’esattezza sette classi nella prima, cinque nella seconda.

Le quattro sezioni della materna passeranno in via Sant’Antonio dei Lazzari. Questo, in linea di massima, salvo “adeguamenti” dell’ultima ora, accadrà  fino a metà gennaio 2017, periodo dopo il quale le classi della scuola materna di via D’Amato si sposteranno nell’edificio di via Gorizia, unitamente a 9 classi della scuola primaria.

Intanto, lo stabile in via D’Amato è stato messo in vendita dal Comune di Campobasso e sembrerebbe che possa essere di interesse per un costruttore della città.

Il primo cittadino e l’assessore Maio non nascondono ad alcuni genitori e insegnanti presenti nell’aula consiliare i disagi che la chiusura della scuola potrà generare, “ma – dicono – per noi è prioritaria la sicurezza degli allievi”. Gli stessi fanno sapere come sul tema scuole e sicurezza si continuerà a lavorare, come a breve dovrebbero riprendere anche i lavori per l’apertura della nuova scuola in via Berlinguer e soprattutto come si sia in attesa dei fondi: circa 11 milioni di euro che dovrebbero essere sbloccati dalla Regione e più di 3 milioni dell’Inail.

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