“Alle prime due richieste, – racconta Ciocca – i funzionari competenti hanno risposto adducendo la necessità di conoscere gli esiti delle attività della Commissione prefettizia; quando però – sottolinea – ho alzato il tiro e ho comunicato che avrei inviato loro tutto il materiale di cui sono in possesso, la risposta è cambiata radicalmente con l’aggiunta di un particolare nuovo”. E proprio il nuovo elemento che Ciocca definisce “particolare nuovo” riguarda il procedimento aperto, al momento contro ignoti, dalla Procura. Attualmente si tratta di indagini preliminari che hanno come oggetto la situazione ambientale del sito di Capoiaccio in relazione alle attività estrattive svolte fino agli anni Novanta.
“Quindi, – riflette ancora Ciocca – la società Edison ha preferito evitare di esporsi a domande ed esprimere pareri”. Una scelta questa, come hanno motivato dalla Edison, volta alla “tutela delle persone che venissero coinvolte e a garanzia e per il rispetto delle indagini in corso”.
“La convocazione, – spiega ancora l’esponente di Palazzo Moffa dopo aver ricevuto la risposta dalla Edison – aveva come scopo principale quello di chiarire, con i diretti interessati, i contorni di una presunta (al momento) vicenda di inquinamento ambientale”. Si tratta per Ciocca di “un’operazione verità che, di certo, non finisce qui”.