Alla foto che, ha indignato non solo gli amanti degli animali, ha fatto seguito una segnalazione che ha visto i Vigili urbani e le guardie zoofile setacciare la zona, dove però non sono state trovate altre trappole mortali per cani.
Tuttavia, in un’area dove non è la prima volta che accadono episodi del genere resta lo sdegno e il disprezzo per simili gesti che, ricordiamo sono reati a tutti gli effetti. A sancirlo è, infatti, l’articolo 544-bis del Codice Penale che prevede la reclusione da tre a diciotto mesi per chi, per crudeltà o senza necessità, cagioni la morte di un animale, nonché l’articolo numero 146 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie che proibisce e punisce la distribuzione di sostanze velenose e prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da € 51,65 fino a € 516,46.