“Chiediamo di avere una biblioteca che svolga anche, e soprattutto, una funzione socioculturale e che non sia solo un luogo destinato allo studio e alla conservazione di libri”. È quello che spiegano a voce alta i ragazzi della Comunità Rover e Scolte Elyanthus del gruppo Agesci Campobasso 4, appartenente alla Chiesa Cattedrale, Parrocchia Santa Maria Maggiore, in collaborazione con l’arcidiocesi di Campobasso – Bojano.
Giovani scout di età compresa tra i 16 e i 21 anni che nel pomeriggio di martedì 14 giugno hanno organizzato un incontro con la stampa, nel piazzale di via D’Amato antistante la biblioteca, per cercare di mandare un messaggio chiaro alle istituzioni attraverso il dialogo e non con il semplice invio di una missiva. L’intento, come spiega una ragazza della Comunità Scout, non è quello di scendere in campo per riprendere in mano il lavoro che negli anni precedenti veniva svolto da due cooperative all’interno della biblioteca, ma semplicemente quello di sensibilizzare le istituzioni sulle sorti della struttura.
I ragazzi dell’Agesci, coordinati dall’assistente spirituale Don Michele Tartaglia, si sono posti delle domande in merito, attraverso uno strumento che nel gergo scout viene chiamato “Capitolo”. Il Capitolo si divide in tre fasi che sono quella del “vedere, del giudicare e dell’agire”.
Analizzando nello specifico la situazione della Biblioteca Albino di Campobasso, che dovrebbe passare a breve ad una gestione nazionale, sono passati alla terza fase, quella dell’agire, facendo sentire la loro voce.
La proposta, diretta alle istituzioni, è di non abbandonare la biblioteca alla sua funzione di base ma di occuparsi in maniera attiva del suo aspetto socioculturale che, secondo quanto sostiene la Comunità Scout, verrebbe meno nel momento in cui la Albino diventasse cosa nazionale, dopo essere stata trascurata dalla Regione.
Inoltre, sulla base di un questionario realizzato e poi distribuito nelle scuole e in giro per la città, i membri della comunità scout hanno raccolto le risposte dei loro coetanei per avere un quadro generale di quelle che sono le esigenze di una parte importantissima del tessuto sociale. Il risultato emerso dal questionario è un forte senso di insoddisfazione. Il 68% dei ragazzi che hanno risposto alle domande vorrebbero più centri di aggregazione, più parchi e più attività pensate appositamente per la loro fascia di età. Vorrebbero una città più pulita e che permetta loro di poter avere un futuro lavorativo stabile.
Una delle ultime domande presenti nel questionario ha riguardato l’impegno effettivo messo in atto da questi giovani per migliorare una realtà risultata ‘insoddisfacente’. La risposta di tantissimi ha tracciato un quadro anche più drammatico: vivono in una città che trovano sporca e priva di stimoli ma non si impegnano per cercare di cambiare le cose. E forse da questo disagio nascono indecorose scritte sui muri che coprono ogni parte della città, scarsa accortezza ad utilizzare gli appositi cestini per buttare cartacce, mozziconi di sigaretta e bottiglie, e poco interesse ad incontri di volontariato spesso organizzati per restituire decoro ad una città che appartiene a tutti.