MARIA CRISTINA GIOVANNITTI
Prima dello Sprar, i migranti venivano ‘vomitati’ nei comuni, bypassando la figura dei sindaco e l’opinione dei cittadini. La distribuzione era casuale: lì dove delle cooperative o privati erano interessate, le Prefetture portavano immigrati. Si è così verificato, negli scorsi anni, un imponente flusso migratorio che non ha favorito l’integrazione, mentre ha accresciuto la lobby dei migranti, mettendo su quella che viene definita ‘l’industria del confine’.
Per correre ai ripari e permettere ai Comuni di rendere governabile la situazione e ai cittadini di non vedere in modo indigesto i nuovi arrivi, il Ministero ha proposto il Progetto Sprar, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati per un accoglienza di qualità.
I comuni che aderiscono al Progetto Sprar, di durata triennale, prevedono l’accoglienza di singoli e/o famiglie in appartamenti o in centri collettivi, e lo svolgimento di una serie di attività per favorire la loro integrazione sul territorio. I servizi offerti dai singoli progetti territoriali dello Sprar sono: assistenza sanitaria; assistenza sociale; attività multiculturali; inserimento scolastico dei minori; mediazione linguistica e interculturale; orientamento e informazione legale; servizi per l’alloggio; servizi per l’inserimento lavorativo; servizi per la formazione.
La questione immigrazioni sta interessando anche il Molise: tra maggio e settembre si prevedono nuovi sbarchi, motivo per cui i comuni della regione che non hanno immigrati, devono essere pronti all’accoglienza se ci sono le strutture pubbliche o private idonee.
La Prefettura ha così tenuto un summit con i sindaci e proposto due strade da percorrere: o l’adesione al progetto Sprar o un bando indetto dalla Prefettura diretto ai privati interessati. In un modo o nell’altro, la situazione di criticità deve essere affrontata.
Tra i comuni molisani, uno chiamato in causa è quello di Baranello dove il sindaco Marco Maio sta tenendo un percorso informativo con incontri pubblici che lo vede mediatore tra Prefettura e cittadini. La cittadinanza risponde numerosa e compatta agli incontri. La paura per una situazione delicata c’è tra i cittadini di un piccolo paese abituato a vivere nella propria tranquillità, ma al contempo i baranellesi fanno quadrato e si uniscono, tutti rivolti verso la scelta di aderire al Progetto Sprar, unico modo per controllare gli arrivi e dare qualità all’integrazione.
“La Prefettura di Campobasso ci ha convocati e informati dell’emergenza. Abbiamo così pensato subito di tenere degli incontri pubblici con i cittadini per cercare di trovare insieme la soluzione migliore al problema immigrazione. Sono consapevole che la popolazione sia impaurita, che ci sia malcontento per una situazione economica italiana che non presta la giusta assistenza ai suoi cittadini. Eppure dobbiamo trovare un percorso condiviso per i prossimi sbarchi”. Maio evidenzia l’out out che lo Stato pone ai comuni: “Nello scorso incontro ho spiegato ai cittadini che Baranello non ha strutture pubbliche idonee per l’accoglienza. Nulla toglie che ci possano essere dei privati interessati ad affittare le proprie strutture a delle cooperative. Aderendo al progetto Sprar possiamo, nel caso in cui ci siano privati interessati, mediare nell’accoglienza e stabilire, con la Prefettura, le quote di riparto e la tipologie di persone da accogliere, magari preferendo famiglie e minori. Non presentando un progetto Sprar, si procederà come nel passato: la Prefettura farà un bando pubblico di accoglienza, il privato interessato scavalcherà l’amministrazione senza poter controllare quante persone e che target verrà a Baranello”.
La questione è stata ben capita dalla cittadinanza che è, per la maggiore, compatta verso un progetto di integrazione Sprar: “Al momento non sembrano esserci privati interessati. In ogni caso nella prossima riunione si parlerà proprio della eventuale presenza di cittadini privati che vogliono mettere a disposizione immobili per l’accoglienza. Nel caso in cui non ci sia nessuno, comunicheremo alla Prefettura che Baranello non ha a disposizione né strutture pubbliche, né private per l’accoglienza”.
Il prossimo incontro pubblico è previsto per giovedì 23 febbraio 2017 alle 19 presso Palazzo Zurlo.