FABIANA ABBAZIA
Sono sempre di più i giovani che decidono di lasciare l’Italia alla ricerca di un futuro migliore altrove. Ad elencare i numeri della migrazione è il Rapporto “Italiani nel mondo 2016”, presentato a Roma dalla Fondazione Migrantes.
Il primo gennaio 2016 sono più di 4,8 milioni gli italiani residenti all’estero. Un numero che indica una crescita del 3,7% rispetto l’anno precedente. A livello regionale i numeri più influenti sono quelli della Lombardia, Valle D’Aosta ed Emilia Romagna, mentre a livello provinciale torna a essere protagonista il Sud.
Chi va via dal Belpaese prende sempre più in considerazione le nazioni europee dove la qualità della vita sembra essere migliore, così come la possibilità di avere un impiego.
In fondo è questo il problema di tutti coloro che decidono di andare via, soprattutto di chi lo fa dopo aver conseguito una laurea. È, insomma, il mercato del lavoro, che in Italia è stagnante da troppo tempo, a dettare le regole. E i numeri, anno dopo anno, sono sempre meno incoraggianti se si pensa che dal 2006 al 2016 la mobilità italiana è aumentata del 54 per cento.
Da gennaio a dicembre 2015 sono stati in tutto 107.529 gli italiani che hanno fatto le valigie e chiesto la residenza estera. Di questi ben 716 provengono dal Molise. Numeri non certo positivi per la piccola regione, soprattutto se li si mette in relazione ad altri dati importanti come quelli che ad esempio vedono nella città capoluogo i numeri di decesso superare di molto quelli delle nascite per un rapporto di 507 su 325.
Va inoltre considerato un dato non ancora calcolato negli ultimi dossier, ovvero quello dei tanti giovani partiti dal Molise in cerca di fortuna, ma ancora residenti in regione.
Tanti, troppi, un numero che almeno al momento non sembra destinato a diminuire anche in considerazione delle poche opportunità occupazionali che al momento offre la regione.
E così, con tanto coraggio e tanta paura si mettono un po’ di cose in valigia per concedersi una nuova opportunità altrove; la stessa che viene negata dalla propria terra. Inghilterra e Germania, i giovani molisani guardano a simili realtà europee con maggiore ottimismo rispetto a quella nella quale sono nati e cresciuti. Si parte dai lavori più umili, che all’estero danno comunque diritto a un contratto, con i quali si spera di poter perfezionare la lingua, in vista di un miglioramento la propria condizione.
Lasciare la propria casa, la propria terra, i propri affetti è difficile, ma ancora più drammatica è la speranza di poter un domani tornare che realisticamente si scontra con l’impossibilità di trovare un occupazione. E così, paradossalmente, in un paese che accoglie i migranti provenienti da zone di guerra, la dignità degli italiani continua a passare per l’espatrio.