Coinvolto sempre nella maxi inchiesta anche l’imprenditore Claudio Favellato, finito ai domiciliari nello scorso mese di ottobre e per cui attualmente è stato disposto il solo obbligo di dimora nel comune di residenza.
Le indagini delle Fiamme Gialle vedono coinvolte circa 144 persone tra amministratori, funzionari e imprendiotri su opere pubbliche legate al dissesto idrogeologico. 47 gli appalti pubblici truccati per un importo di 27milioni e un danno erariale pari a 5 milioni di euro. Questi i numeri della maxi inchiesta in cui da mesi sono impegnate le Fiamme Gialle di Isernia e che in Molise riguarderebbe in tutto 23 amministrazioni comunali, sia della provincia di Isernia che di quella di Campobasso. Associazione per delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata e falsità ideologica i reati ipotizzati dagli inquirenti.
Per la Guardia di Finanza, infatti, imprese private costituite in una sorta di ‘cartello’ riuscivano ad aggiudicarsi importanti finanziamenti pubblici.
Questa mattina a rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari, Antonio Ruscito, sono stati sia il sindaco Roberto Calabrese, attualmente ai domiciliari, che l’imprenditore Claudio Favellato. I legali di entrambi, rispettivamente Bice Antonelli, Marciano Moscardino e Arturo Messere hanno chiesto per i loro assistiti la revoca della misura cautelare.
L’ex sindaco di Acquaviva e funzionario della Regione Molise sospeso dai pubblici uffici, Lelio Petrocelli, così come gli imprenditori Donato Terriaca e Angelo Rossi, entrambi ai domiciliari, hanno, invece, deciso di fare scena muta. Stessa cosa anche per fratello del primo cittadino, Gianni Calabrese, anche lui attualmente ai domiciliari. I legali di tutti si sono trovati d’accordo nell’affermare come il tempo sia stato troppo breve per poter analizzare nel dettaglio un fascicolo di quasi 5mila pagine. Tutti gli avvocati hanno, però, chiesto per i loro assistiti la revoca o l’attenuazione delle misure interdittive.
Il prossimo lunedì 2 maggio in Tribunale ci saranno gli otto tecnici comunali per i quali è stata chiesta l’interdizione dai pubblici uffici.