GIUSEPPE FORMATO
L’esempio del sindaco di Messina, Cateno De Luca, che ha firmato oggi, mercoledì 11 marzo 2020, un’ordinanza, in vigore da venerdì 13 marzo 2020, con la quale ha vietato ai cittadini di uscire dalle proprie abitazioni. Il primo cittadino del centro siciliano ha disposto la chiusura di tutte le attività, pubbliche e private, fino al 3 aprile 2020. A restare aperte solo le attività per l’approvvigionamento dei generi di prima necessità.
“Una decisione impopolare – ha ammesso De Luca – E chi vuole è libero di impugnarle prendendosi le proprie responsabilità”.
Il sindaco De Luca ha dichiarato di aver preso tale decisione, “poiché l’eventuale epidemia al Sud sarebbe una tragedia annunciata”.
A Campobasso è stato registrato oggi, mercoledì 11 marzo 2020, il primo caso di Coronavirus di uno degli studenti ‘fuggiti’ da Milano, da quella Lombardia, focolaio dell’epidemia.
Il governatore Donato Toma ha dichiarato la situazione di emergenza, anche alla luce dei tanti studenti rientrati dalla Lombardia prima del DPCM dell’8 marzo 2020. Allora perché a Campobasso e in Molise non prendere l’esempio di Messina e chiudere tutto? Le istituzioni stanno chiedendo responsabilità ai cittadini. E i cittadini, a loro volta, chiedono responsabilità ai vertici politici. Si chiudano tutte le attività pubbliche e private per venti giorni per provare a debellare il Coronavirus.