Il cuore di Mariano Credico, il gigante del rugby molisano, ha smesso di battere. Da sempre alla guida dei Lupi rossoblù di Campobasso, era considerato un emblema per tutti gli appassionati in regione.
Una vita sui campi da rugby, era sincero e combattivo. Mariano Credico aveva 40 anni. Lascia la moglie Caterina e i piccoli figli, Michele e Mia.
In tanti, i parenti e gli amici di tutti i giorni, avevano sperato che anche questa volta ce l’avrebbe fatta. Diversi giorni nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Teramo, dove era ricoverato da giorni.
Nel gennaio 2014, dopo un malore, aveva vinto la partita contro il destino, dopo un intervento chirurgico alla Fondazione ‘Giovanni Paolo II’. Si riprese dopo la riabilitazione, ma fu costretto a lasciare il suo posto di agente della Digos.
Mariano Credico, lasciata la Polizia, aveva avviato a San Giovanni in Galdo un allevamento di lumache, che lo rendeva orgoglioso. Era riuscito a ripartire, anche con un grande successo.
Oltre al lavoro, anche una passione coltivata sin da ragazzo: quella per il rugby, sport che lo ha visto prima giocatore, successivamente allenatore. Aveva guidato le squadre del Cus e delle Acli.
Il gigante buono, così come lo chiamavano affettuosamente i suoi amici, lascia un vuoto incolmabile in tutta la regione e nel mondo dello sport molisano.