Sono da poco trascorse le 19 quando il vicepremier Luigi Di Maio varca i cancelli di Piazzetta Palombo. Lo fa solo dopo essere stato al Museo dei Misteri per conoscere la storia degli Ingegni del Di Zinno e la stessa famiglia Teberino, con cui è stato anche immortalato in alcuni scatti.
Nella piccola piazza, cuore del centro storico della città, l’esponente del Governo gialloverde è atteso, invece, per il comizio che servirà a tirare la volata al candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle, Roberto Gravina. In sfida, per il vertice di Palazzo San Giorgio, domenica 9 maggio, con la candidata del centrodestra, Maria Domenica D’Alessandro.
“Gravina è un candidato che, in questi anni, ha meritato la fiducia dei cittadini. Domenica Campobasso sarà chiamata a scegliere tra le solite ammucchiate di centrodestra e il cambiamento. Mi pare però che proprio il centrodestra stia già governando questa regione e, nonostante le promesse della loro campagna elettorale, ad oggi nulla è cambiato”, dice Di Maio ai cronisti che lo attendono all’ingresso della piazza.
Poi rimarca: “Noi abbiamo un vantaggio: se vinciamo governiamo da soli, senza compromessi. Senza un sistema di coalizioni in cui ogni lista chiede un assessore per il suo capobastone. È un’opportunità per semplificare la politica di Campobasso. Quando si dice sburocratizzare: noi vogliamo semplificare la politica e lo facciamo con un’unica lista. Se vince Gravina, dal giorno dopo, dovrà rispondere solo agli elettori e a nessuna lobby”.
Ma nelle parole del vicepremier c’è spazio anche per la dimensione nazionale. Ed è proprio dal capoluogo molisano che Di Maio lancia l’aut-aut: “Si deve andare avanti per battagliare non per bivaccare. Quattro anni serviranno – dice – per fare cose importanti. Ma deve essere chiaro che dobbiamo realizzarle.
“La lettera dell’Unione Europea dimostra che l’Europa non ha imparato nulla”, continua riferendosi al documento di Bruxelles indirizzato all’Italia per aver violato le regole sul debito che, potrebbero portare alla procedura d’infrazione. “Dall’UE ci dicono, ancora una volta, di chiedere soldi ai cittadini italiani. Di attuare politiche che in questi anni non hanno retto. Noi non lo faremo. Noi vogliamo abbassare le tasse, garantire un salario minimo e investire più soldi in scuole e in sanità”.
“Con l’Europa discuteremo in modo disteso, ma deve esser chiaro che negli ultimi dieci anni ci hanno chiesto di fare sempre le stesse cose, per avere sempre gli stessi risultati. Noi non ci stiamo. Noi questa lettera dell’UE la discuteremo come politici e non come burocrati. Ma una cosa è certa, metteremo dinanzi gli interessi delle persone”, – conclude dileguandosi dai giornalisti per salire sul palco, dove ad attenderlo ci sono i parlamentari e i consiglieri regionali pentastellati.
Prima del vicepremier è la volta del candidato alla carica di primo cittadino. Che vuole subito sgombrare il campo dai dubbi per gli endorsement ricevuti in questi giorni dal centrosinistra. Quella compagine politica che ha amministrato la città negli ultimi 5 anni e che è stata fortemente osteggiata dal M5S di Palazzo San Giorgio.
“Dico grazie per le belle parole ricevute in questi giorni. Ma il mio grazie – specifica Gravina – è disinteressato. Il dialogo che c’è stato con il centrosinistra è stato assolutamente doveroso, ma nessun accordo sottobanco e nessun aspetto losco”, rimarca ancora per mettere a tacere quelle ipotesi che lo avrebbero visto, dopo il voto, obbligato a ricompensare, con incarichi o altro, proprio quella parte di centrosinistra che sta sostenendo la sua candidatura.
“Io lo definisco un semplice dialogo, nato dal fatto che, in alcuni punti, il programma del Movimento è più vicino al centrosinistra, rispetto ad altri schiermaneti”.
Poi l’appello al voto: “I 9 Campobasso ha un’occasione storica. Quello che vi chiedo è convincere gli indecisi: portateli a votare”.