Rendiconto 2013, la Corte dei Conti ‘bacchetta’ Palazzo San Giorgio. Pilone porta la questione in Consiglio comunale

Il consigliere comunale Francesco Pilone

Circa due milioni di euro di disavanzo, determinazione del fondo svalutazione crediti e basso grado di riscossione delle entrate: sono solo tre degli otto punti salienti con cui la Corte dei Conti ha riscontrato violazioni sulla rendicontazione di esercizio del 2013 a Palazzo San Giorgio. Il bilancio, riferito alla scorsa legislatura targata Gino Di Bartolomeo, venne approvato nel 2014, poco dopo l’insediamento della nuova amministrazione guidata da Antonio Battista.

Su quel bilancio la Corte dei Conti aveva già chiesto lumi e un’integrazione della documentazione successivamente fornita da Palazzo San Giorgio e che, tuttavia, non è comunque stata sufficiente per l’organo di controllo interessato. Ora sulla deliberazione della Corte dei Conti a chiedere lumi è l’esponente della Coalizione Civica e primo firmatario della mozione discussa nella prossima Assise comunale, Francesco Pilone. Si tratta di un’iniziativa per “accertare le reali responsabilità delle violazioni”, ma anche per, “nel caso vi fossero responsabilità imputabili alla struttura di competenza, predisporre un atto di indirizzo con il quale il Consiglio Comunale invita il Servizio comunale ad astenersi per l’avvenire da comportamenti non legittimati dalle norme richiamate dalla Corte dei Conti”.

La mozione mira inoltre anche a “inviare l’accertamento effettuato al Nucleo di Valutazione Interno per le determinazioni disciplinari consequenziali”.

Oltre ai circa due milioni di euro di disavanzo, la Corte dei Conti ha messo in evidenza una serie di negligenze sul documento contabile. Il rendiconto è stato, infatti, approvato dopo i tempi stabiliti dalla legge; il fondo svalutazione crediti è stato determinato in maniera errata e non rispettando l’applicazione del 25% dei residui attivi calcolati.

Sul basso grado di riscossione delle entrate, di cui la Corte dei Conti parla come conseguenza di un elevato tasso di evasione relativo alla Tarsu, sono stati poi certificati introiti mancanti che vanno dal 40% al 49%.

Sui residui passivi viene poi messo in evidenza come manchino le giustificazioni, mentre viene evidenziato anche il mancato aggiornamento nel sistema di elaborazione dei calcoli.

Oltre 325mila euro sono poi serviti per i contenziosi che hanno trovato soccombente il Comune, così come la Corte dei Conti evidenzia anche il mancato invio della nota informativa delle Società partecipate.

Insomma, un quadro particolarmente complicato che seppur riferito alla passata legislazione, sul quale Pilone vuole far chiarezza, anche e soprattutto alla luce di “come sull’argomento si siano tenute più Commissioni senza però valutare una conclusione di indirizzo che potesse investire l’intero Consiglio Comunale”.

 

 

 

 

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