Palazzo San Giorgio dà l’ok all’ordine del giorno che impegna il sindaco Battista a emettere un’ordinanza che limiti l’apertura dei punti vendita di cannabis light. Nessun proibizionismo, piuttosto il primo passo verso una regolamentazione che determini le aree in cui tali esercizi commerciali possano sorgere, ovvero lontano da scuole e luoghi di culto.
L’Ordine del Giorno presentato in aula dal presidente della Commissione Commercio, Antonio Molinari, è arrivato nell’aula consiliare del Municipio, a seguito della prossima apertura di un simile punto vendita in via Scardocchia, giusto di fronte al Liceo Classico e a pochi passi dall’Università.
La normativa nazionale e, nello specifico la legge numero 242 del 2016, infatti, consente di vendere prodotti con contenuto basso di thc, ovvero il tetraidrocannabinolo, il più noto tra i principi attivi della cannabis che, essendo inferiore allo 0,6%, non la rende ‘psicoattiva’. Insomma, non si tratta di erba per lo sballo, semmai di sostanze che possono favorire il rilassamento o, anche avere effetti benefici per i disturbi del sonno.
Dunque, pratiche assolutamente regolari per l’esercizio commerciale, ma il luogo in cui il negozio aprirà ha destato la preoccupazione di numerosi genitori del capoluogo, allarmati soprattutto dai distributori automatici all’esterno del punto vendita.
E proprio verso tale apprensione sarà indirizzata l’ordinanza che il primo cittadino, entro breve giro di posta, si appresta a firmare. Un documento con una valenza politica in più dopo che lo stesso è stato condiviso dall’aula, dove è stato licenziato con 13 voti favorevoli e due astenuti.
Cancellario e Trivisonno hanno, infatti, deciso di non pronunciarsi in merito all’ordine del giorno, la prima perché interessata ad acquisire il parere legale relativo ai risvolti a cui il Municipio andrebbe incontro, qualora il titolare dell’attività dovesse decidere di impugnare il provvedimento e rivolgersi al Tar. Si tratta, tuttavia, di un rischio che lo stesso primo cittadino, insieme alla sua maggioranza si è detto disposto a correre.
Ad astenersi anche l’esponente dem Trivisonno che vede, invece, nella legge nazionale un passo avanti per l’intero Paese. “Mi astengo – le parole del consigliere di centrosinistra – perché intendo la cannabis depotenziata come una conquista verso il mercato illegale che lucra su questo settore. Sono però d’accordo ad aprire un dibattito sulle aree in cui tali attività, al pari di quelle del gioco lecito, possano sorgere”.