Infatti in regione, secondo gli ultimi dati, si ha il maggior numero di medici obiettori d’Italia, con circa l’85% di ginecologi che si astengono dal praticare le interruzioni di gravidanza.
Così, quello che è un diritto, decretato dalla legge numero 194 del 22 maggio 1978, può trasformarsi in una peripezia per le donne, con un costo esorbitante anche per le casse della sanità che necessita dell’intervento di medici da fuori regione.
Intanto, però, che sia un’interruzione di gravidanza volontaria o spontanea, le famiglie hanno il diritto di decidere sull’embrione, motivo per cui lo stesso presidente D’Elia, su sollecitazione del consigliere Alberto Tramontano, ha aperto il dibattito sulla sepoltura dei feti. Anziché gettare, come tutt’ora avviene, gli embrioni tra i rifiuti speciali ospedalieri, nel capoluogo si potrà pensare ad un gesto di maggiore civiltà che prevede un cimitero di ‘bambini mai nati’, in modo che si possa decidere di dare degna sepoltura e poter portare un fiore a quelli che sarebbero stati i propri figli.
Saranno, infatti, i genitori a scegliere se voler seppellire il feto oppure no, una scelta che lascia la libertà ad ognuno di vivere il lutto come meglio crede.
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