Secondo il dossier, il commissariamento delle amministrazioni avviene quando in ballo ci sono infiltrazioni mafiose, vengono commesse delle violazioni delle leggi, c’è la mancata approvazione dei bilanci entro i termini previsti oppure è evidente il mancato funzionamento degli organi.
Ci sono, poi, i commissariamenti dei consigli comunali che si sciolgono per una cattiva gestione politica. Il commissariamento è un fenomeno nazionale che interessa, con più frequenza, il sud Italia. Da inizio settembre ad oggi, si registrano ben 82 commissariamenti nazionali e in ben 13 città le amministrazioni si sono sciolte per mafia.
Dal 2001 al 2014 le principali cause sono riconducibili a due macrocategorie: le questioni politiche, come le dimissioni dei consiglieri o del sindaco oppure le mozioni di sfiducia; e la cattiva gestione del comune o gli errori amministrativi (infiltrazioni mafiose, mancato approvazione del bilancio e decadenza del sindaco). La grande maggioranza dei casi registrati in Italia rientra in questi due tipi di cause: cioè legato alla cattiva gestione amministrativa che porta alla dimissione dei consiglieri per il 50% dei casi e le infiltrazioni mafiose per un 7%.
Nel caso specifico del Molise, dal 2001 al 2014 sono stati commissariati ben 64 comuni, un dato molto alto per una regione piccola come quella molisana che, nella classifica nazionale, arriva al quarto posto con un 30% di commissariamenti tra 2001 e 2009 ed il 17% nell’arco temporale che va dal 2010 al 2014.
E’ tra i dati dei comuni pluricommissariati, cioè quelli che ricascano nel commissariamento per una seconda volta, nel caso del Molise la percentuale è pari a quasi il 9% (8,70%).
mc. giovannitti