Il Corpus Domini 2019, il primo dell’era Gravina, ha avuto un sapore diverso per la città di Campobasso. L’arrivo del vice-premier Luigi Di Maio sembra aver dato una connotazione politica alla più bella festa della città capoluogo.
E non solo perché nell’unica città italiana in cui il Movimento Cinque Stelle ha vinto le amministrative, durante il momento solenne in cui gli Ingegni sono stati disposti sotto il balcone di Palazzo di Città per la consueta benedizione, più di qualcuno ha inneggiato spesso al vice-premier, ma anche perché Palazzo San Giorgio è divenuto off limits per esponenti politici di altre compagini.
A non poter varcare le scale di Palazzo San Giorgio non sono stati solo alcuni consiglieri regionali, come ad esempio Filomena Calenda, Aida Romagnuolo, Paola Matteo, ma addirittura consiglieri comunali di minoranza che quel Palazzo lo vivono tutti giorni.
Così, se sotto l’atrio del Comune insieme agli esponenti di centrodestra della Regione è rimasto anche il consigliere Vittorio Nola del Movimento Cinque Stelle, alla consigliera comunale dei Popolari per l’Italia, Carla Fasolino non è stato permesso di varcare le scale del Comune. A impedirlo sarebbe stato un consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle oggi in versione staff.
Presente, invece, al primo piano di Palazzo San Giorgio l’esponente di Palazzo D’Aimmo, il capogruppo del M5S, Andrea Greco.
Una “contraddizione” per chi è stato tagliato fuori e che ha voluto denunciare un comportamento “poco istituzionale”, messo in atto alla presenza di due ministri, Di Maio e Trenta. È il caso della consigliera Calenda che ha affidato lo sfogo a un post sulla sua bacheca Facebook, così come la stessa Fasolino che si è detta amareggiata per l’episodio.
Incidenti diplomatici e cadute di stile anche nei confronti dei giornalisti, molti dei quali impossibilitati a raccogliere una dichiarazione di Di Maio. Un problema particolarmente sentito per i colleghi delle TV locali impossibilitati a riprendere con le telecamere il vice-premier durante l’incontro con la stampa.
Dopo una serie di lecite proteste i giornalisti attendevano, infatti, l’esponente del Governo gialloverde nell’atrio del Comune al di sotto delle scale che conducono al primo piano. Al momento del suo arrivo è stato beccato da qualche giornalista poco prima. In una parte stretta dove era impossibile accogliere tutta la stampa presente.
Peccato che nessuno in quel momento abbia pensato di chiedere al vice-premier di spostarsi pochi metri più avanti per dar modo a tutti di lavorare.
Così, quando Di Maio ha finito di interloquire con i pochi eletti e ha salito le scale alcuni giornalisti hanno voluto manifestare il proprio dissenso e la propria delusione e i toni si sono rivelati particolarmente accessi.
Poco gradita anche la frase di qualche esponente pentastellato, sempre in versione staff, dinanzi alle esigenze tecniche di operatori locali e nazionali all’ingresso del Comune: “Signori vi prego se non la finite andate via”.
E probabilmente sì, l’unico errore è non essere andati via in un momento in cui la politica è stata capace perfino di offuscare la magia di un giorno di festa.