I consiglieri comunali della Coalizione Civica, Marialaura Cancellario (Democrazia Popolare) e Michele Coralbo (Polo Civico), hanno risposto, attraverso due note stampa, al duro affondo dell’arcivescovo di Campobasso-Bojano, Giancarlo Maria Bregantini, che durante la mattina di oggi, sabato 6 settembre 2014, aveva attaccato le minoranze a Palazzo San Giorgio per la questione dell’ex asilo nido di via Monte San Gabriele, dove dallo scorso mese di luglio è ubicata la ‘Mensa degli Angeli Papa Francesco’.
“Apprendo con stupore e amarezza l’intervento dell’arcivescovo Giancarlo Maria Bregantini, che ha innescato una polemica contro le minoranze di Palazzo San Giorgio – ha affermato il consigliere comunale Marialaura Cancellario –. “Nessuno mai ha messo in discussione la lodevole iniziativa della ‘Mensa degli Angeli Papa Francesco’ e la preziosa attività svolta dalla Caritas – ha proseguito Marialaura Cancellario –, ma noi siamo stati chiamati a essere i garanti dei cittadini, di fronte ai quali non possiamo tirarci indietro nel difficile ruolo dell’opposizione. Purtroppo, quello che si evince dalla nota stampa di Sua Eccellenza Bregantini è la sua intromissione, da uomo di Chiesa, in una vicenda politico-amministrativa della città di Campobasso. Il problema è che le parole dei consiglieri comunali di minoranza sono state travisate ed estrapolate da un concetto molto più ampio. Come gruppi di minoranza avevamo presentato una mozione sull’argomento, perché noi volevamo delle risposte dal primo cittadino. Abbiamo chiesto al sindaco Antonio Battista come mai alla data del consiglio comunale di martedì scorso ancora non fosse stato sottoscritto un accordo tra il Comune di Campobasso e la Curia arcivescovile di Campobasso-Bojano, che sugellasse ogni aspetto normativo dell’intesa, sia dal punto di vista amministrativo che da quello di ogni eventuale responsabilità in sede civile e penale. Le sterili polemiche, come le ha definite Bregantini che ha attaccato a mezzo stampa le minoranze a Palazzo San Giorgio, non ci appartengono, perché noi lavoriamo per il bene dei cittadini. Accetto, comunque – ha concluso Marialaura Cancellario –, l’invito di Bregantini di sedermi a mensa con i poveri, visto che ho trascorso gran parte della mia vita a servizio delle persone più bisognose”.
“Polemica sterile e populismo spicciolo quello dell’arcivescovo Bregantini” è, invece, l’aspro il commento di Michele Coralbo, primo firmatario della mozione sulla struttura di Monte San Gabriele, un tempo asilo nido comunale, ora affidato alla Caritas senza la sottoscrizione di un accordo formale tra l’amministrazione comunale e l’ente religioso.
“L’arcivescovo non può mortificare la sovranità e l’indipendenza del Consiglio comunale che ha l’obbligo, non solo legale ma anche morale, di trattare ogni atto nelle dovute forme; nessuno ha mai messo in discussione la lodevole azione promossa dalla Caritas, a livello internazionale, in generale, e a livello locale, in particolare ma, l’affidamento di beni e servizi, a prescindere dalla finalità, così come previsto per legge, va trattato nelle sedi competenti ovvero il Consiglio comunale. In nome della carità non si può prevaricare la legge, con facile populismo non si possono superare le regole. L’amministrazione comunale – prosegue Coralbo – che affida alla Caritas uno stabile a titolo gratuito è attore e complice di un sistema che sta esasperando i cittadini, tra l’altro, tartassati in maniera ingiusta e spropositata, un sistema che sta generando una categoria di nuovi poveri costretta a mangiare tra i banchi della Caritas. L’amministrazione dovrebbe preoccuparsi in maniera seria di garantire condizioni di vivibilità dignitose a tutti i cittadini, mentre il clero dovrebbe preoccuparsi della cura delle anime mettendo a disposizione anche le proprie strutture e i propri mezzi per operare in tal senso senza sottrarre spazi comunali a servizi essenziali per i cittadini. Sono convinto – conclude il consigliere Coralbo – che un asilo, luogo di incontro e di crescita dei bambini, abbia la stessa importanza e la stessa dignità di un servizio mensa che potrebbe essere ospitato nelle già presenti strutture Caritas”.