Il centrodestra di Palazzo San Giorgio solleva il caso: “Assise convocata in ritardo e illegittima. Una città come Campobasso merita un Presidente del Consiglio a tempo pieno”

I capigruppo di centrodestra a Palazzo San Giorgio

Il Consiglio comunale della discordia. È quello convocato a Palazzo San Giorgio alle ore 8,30 di martedì 29 ottobre 2019. A sollevare il caso sono i consiglieri comunali di centrodestra: Alberto Tramontano, Maria Domenica D’Alessandro e Alessandro Pascale della Lega, Domenico Esposito di Forza Italia, Salvatore Colagiovanni e Carla Fasolino dei Popolari per l’Italia, Mario Annuario di Fratelli d’Italia.

“Siamo stati abituati negli ultimi anni a lezioni di rispetto delle norme e a lezioni su come si gestisca la res publica – scrivono i sette consiglieri comunali di opposizioneOggi ci troviamo di fronte a un paradosso. Il Consiglio Comunale, di maggioranza pentastellata, convocato dal Presidente del Consiglio, in prima convocazione alle ore 8,30 di martedì 29 ottobre e in seconda alle 8,30 di giovedì 31, se dovesse tenersi rivestirà profili di illegittimità. Il motivo? È presto detto. La convocazione non ha rispettato quanto prescrivono le norme in vigore. Per la notifica di un Consiglio Comunale, infatti, per permettere la visione e lo studio dei documenti, sono necessari tre giorni liberi dalla Conferenza dei Capigruppo, quest’ultima tenutasi venerdì 25 ottobre e convocata soltanto il giorno precedente alle 8,30 del mattino. La convocazione dell’assise per il 29 ottobre è arrivata dalla Posta Elettronica Certificata del Presidente del Consiglio soltanto nella serata di sabato 26 (alle 22,30, ndr)”.

“Regolamenti alla mano, dunque, il Consiglio comunale, che, tra l’altro, prevede argomenti di particolare rilievo, come una variazione di bilancio di oltre mezzo milione di euro per il trasporto pubblico locale, in caso di svolgimento sarebbe illegittimo – prosegue la nota Il centrodestra, inoltre, ha presentato per il prossimo Consiglio comunale ben 21 argomenti tra Ordini del Giorno, Mozioni, Interrogazioni e Interpellanze”.
“Per quel che ci concerne – incalzano i sette consiglierici rivolgeremo alla Prefettura per segnalare la vicenda, affinché l’Ufficio Territoriale di Governo intervenga per tutelare, in primis, la regolarità del Consiglio comunale, ma anche le prerogative delle minoranze. Un difetto di comunicazione grave. Perché? Il motivo è presto detto. Il ruolo di Presidente del Consiglio comunale è una carica di particolare prestigio, ma anche di impegno costante e super partes”.

 

“Il Presidente – sottolinea il centrodestra di Palazzo San Giorgio, richiamando il testo di legge – rappresenta l’intero Consiglio comunale, ne tutela la dignità del ruolo ed assicura l’esercizio delle funzioni allo stesso attribuite dalla legge e dallo Statuto […]. Nell’esercizio delle sue funzioni il Presidente s’ispira a criteri d’imparzialità, intervenendo a difesa delle prerogative del Consiglio e dei singoli consiglieri”.

“Questo significa – incalzano i sette consiglieri – che il Presidente del Consiglio comunale debba vivere a tempo pieno sia gli uffici sia l’esercizio delle proprie funzioni. Circostanza che non appartiene a chi oggi svolge questo ruolo, che non ha optato per il suo compito a tempo pieno, ma soltanto part-time, dividendosi col proprio lavoro, nonostante le leggi in vigore prevedano l’aspettativa per cariche pubbliche elettive, che può essere richiesta dal lavoratore dipendente, pubblico e privato, che sia stato eletto in un’assemblea pubblica. Un diritto che trova fondamento nell’art. 51 della nostra Costituzione: “Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro”, per consentire un’effettiva partecipazione alla vita politica. La circostanza dello svolgimento di questo ruolo così importante part-time non sta consentendo al Presidente del Consiglio di svolgere questo importante ruolo così come si dovrebbe”.
“Noi – conclude la nota – rappresentiamo il 49,11% degli elettori, rispetto al 29%. Sono i numeri del primo turno, quando candidati consiglieri e liste hanno trainato la metà degli elettori del capoluogo a votare centrodestra. Il ballottaggio è altra storia. Esigiamo, quindi, rispetto delle regole, rispetto delle nostre prerogative, considerando che rappresentiamo la metà della volontà dei cittadini di Campobasso”.
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