A Campobasso infervora il dibattito politico. A due mesi dalla presentazione delle liste e a tre dalle elezioni Amministrative il rinnovo del Consiglio comunale, nel capoluogo molisano inizia a crescere l’attesa.
Aldo De Benedittis, avvocato ed ex assessore comunale di Campobasso, le elezioni Amministrative ed Europee si avvicinano. Una sua idea su questi due appuntamenti. “Le europee saranno un grande banco di prova per i due partiti al governo del Paese, soprattutto per verificare quanto faccia breccia la Lega nel Sud Italia e dimostrare quanto sia il partito di Matteo Salvini a dettare le regole del gioco all’interno dell’Esecutivo”.
Pensa che da qui a maggio la Lega possa continuare a crescere? “Ovviamente. Alla luce del risultato conseguito in Abruzzo, la Lega dimostra di essere diventata un punto di riferimento per l’elettorato italiano. Se questi sono i numeri, potrebbe superare la soglia del 30%. È un partito che parla di temi concreti all’elettorato e che, indubbiamente, si circonda di ottimi manager della comunicazione”.
Passiamo alla città di Campobasso. Come vede il capoluogo di regione? “Penso che l’amministrazione Battista abbia fatto ben poco, pensando di potersi riabilitare con un Corpus d’inverno e un albero di Natale. Sono specchietti per le allodole. Basta farsi un giro in città per vedere buche sulle strade, marciapiedi inesistenti o addirittura pericolosi per chi deve transitarvi. I problemi indubbiamente sono tanti, ma questa città è allo sbando, i giovani vanno via, tanti locali ed attività del centro cittadino – che una volta erano il cuore pulsante della nostra economia – hanno abbassato le saracinesche. Le infrastrutture patiscono è sono lì dove erano vent’anni fa, il centro storico è abbandonato a se stesso; senza parlare, poi, delle contrade e della periferia”.
La partita delle Amministrative dovrebbe essere una lotta centrodestra – Movimento 5 Stelle. “Quelli che siedono in Consiglio comunale sono sicuramente delle brave persone, ma la politica non è fatta solo di urla e di contestazioni. Non bastano a saziare la fame di opere pubbliche e di atti concreti di cui hanno bisogno i cittadini”.
Il dibattito di questi giorni e dei prossimi sarà rivolto alla figura del candidato sindaco. “Bisogna fare un ragionamento sull’argomento. Dobbiamo considerare un aspetto molto importante: a differenza del sistema elettorale regionale, quello comunale prevede il voto disgiunto. Questo, per una coalizione che vuole vincere al primo turno – evitando trabocchetti al ballottaggio -, significa scegliere un candidato che traini la coalizione e non che si faccia trainare. Ci vuole una persona che sia ben vista nell’ambito cittadino, e che faccia breccia, allo stesso modo, in periferia. Un candidato di tutti, insomma, che sa stare con tutti, che ascolti le esigenze dei cittadini e, soprattutto, degli ultimi”.
E una di chi non dovrebbe essere? “Non deve essere una persona senza esperienza. Campobasso merita persone capaci che conoscono già come funziona un’amministrazione. Non deve essere una persona potenzialmente in conflitto d’interessi col Comune di Campobasso. Non calata dall’alto, non avulsa dalla realtà cittadina”.
Una figura di candidato? “Ho una idea sui requisiti che debba avere. Non ho l’idea di una persona precisa. Dico solo che per amministrare Campobasso ci vogliono tre caratteristiche: come già detto, deve essere una persona che abbia già avuto qualche esperienza come amministratore. Deve essere una persona seria, non autoreferenziale ma che sappia imporsi quando deve, e, soprattutto, che sappia circondarsi di persone capaci, operative, che conoscono il funzionamento della pubblica amministrazione. Infine, penso che in un momento storico politico come questo eccessivamente politicizzato, debba essere una figura che abbia non solo l’esperienza ma, anche, la cultura dell’uomo di centrodestra, di chi è sempre stato lì, sia quando si è vinto, sia quando si è perso”.
“Ci tengo a non farmi altri cinque anni di centrosinistra o di 5 Stelle”, conclude Aldo De Benedittis.