Via XXIV Maggio, il parco viene dedicato alla Memoria. Nel giorno della Shoah il ricordo di chi non ha potuto giocare affidato ai più piccoli della città

CRISTINA SALVATORE

Il parco giochi di via XXIV Maggio a Campobasso e la via antistante la scuola elementare Montini, da questo pomeriggio mercoledì 27 gennaio, sono diventati “Parco della Memoria” e “Largo XXVII Gennaio”. Così l’amministrazione del Comune di Campobasso, affiancata dalle autorità militari e civili, alla presenza delle associazioni combattentistiche e partigiane, insieme ad alcuni alunni della scuola Montini, ha voluto celebrare l’apposizione delle targhe in ricordo di una delle pagine più nere che la storia del mondo abbia mai conosciuto. Per non dimenticare mai.

Un’occasione questa per ricordare l’importanza della lotta quotidiana all’intolleranza, al razzismo, ad ogni forma di violenza che oggi come più di settant’anni fa gli uomini continuano a infliggere ad altri uomini.

Il primo cittadino, Antonio Battista, ha voluto prima di tutto salutare e ringraziare i bambini della quinta classe elementare ‘Montini’ e la preside Agata Antonelli per la disponibilità mostrata nel voler partecipare attivamente con uno scritto che durante la cerimonia commemorativa è stato letto dagli alunni in rappresentanza dell’intera scuola. “A Campobasso mancava questo tipo di ricordo – le parole del sindaco – e questa è la nostra maniera di tenerlo vivo. Lo facciamo con l’apposizione di queste due targhe proprio in un parco dove tutti i giorni giocano i bambini e si incontrano i genitori. Gli stessi bambini a cui settant’anni fa è stata strappata la vita, l’innocenza e il futuro. L’iniziativa – continua  Battista – parte con l’interesse del Consiglio comunale, trova riscontro all’interno della Commissione consiliare Cultura, per poi diventare atto ufficiale grazie anche all’interessamento della Prefettura. Questo – conclude – è anche un periodo storico particolare per l’Europa, che in queste ore sta vivendo uno dei momenti più drammatici e negativi della propria storia rifiutando situazioni che in qualche modo sono paragonabili a quelli avvenuti anni fa.”

Anche la comunità ebraica di Roma ha voluto far sentire la propria vicinanza e interesse all’iniziativa, inviando una lettera di ricordo e ringraziamenti a tutta la popolazione campobassana. “Questa non è solo una giornata di celebrazione, – si legge in un pezzo della missiva fatta recapitare al primo cittadino del capoluogo molisano – ma speriamo sia sempre presente nella quotidianità della vostra città la memoria di quanto accaduto. Intitolare il parco dove giocheranno bambini, nella data simbolica del 27 gennaio, vuol dire dedicarlo alla memoria di coloro ai quali il gioco a un certo punto non è stato più consentito. La libertà e la democrazia sono beni da custodire e tutelare ogni giorno e non devono mai essere scordati. Le persone che hanno salvato altre vite mettendo a repentaglio le loro stesse  vite e quelle dei loro familiari ci ricordano oggi il valore fondamentale dell’accoglienza”.

Anche il presidente del Consiglio comunale, Michele Durante, ha voluto sottolineare il senso di queste targhe in un parco giochi per  più piccoli della città. “I bambini – ha detto – sono il nostro futuro,  devono portare avanti valori di pace e rispetto e scrivere una storia di tolleranza, amore, comprensione e aiuto”.

Momenti di forte commozione sono poi seguiti quando a parlare ai presenti è stato un reduce di guerra, Giovanni Tucci, 90anni, ex funzionario regionale in pensione. Commosso e con la voce spezzata dall’emozione, è tornato indietro con la memoria e ha voluto regalare a tutti il dono di un’esperienza, la sua, che vale più di ogni libro di storia. Di tutte le pene che si sono consumate – ha raccontato – quello che più mi ha fatto impressione è stato vedere la montagna di scarpe. Scarpe di tutte le fogge. Ma quello che mai potrò dimenticare sono le migliaia di sandaletti dei bambini lì accatastati. Sandaletti portati da esseri indifesi, da bimbi che avevano tutto il diritto di vivere una vita serena. Esseri senza macchia che furono oggetto del più grande oltraggio che l’umanità potesse compiere. Mai più odio”.

Parole toccanti a cui poi ha fatto seguito la benedizione di don Vittorio, parroco della Chiesa ‘San Giuseppe Artigiano’ di Campobasso, di tutti i presenti all’evento e delle targhe apposte, scoperte dai bambini della scuola Montini e dal reduce di guerra.

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