La scuola di via Crispi a Campobasso non riaprirà e gli allievi saranno spostati tra la Montini, la Colozza, il Mario Pagano e la Francesco D’Ovidio. È questa la certezza che questo pomeriggio, sabato 13 febbraio, è arrivata da Palazzo San Giorgio, dove il primo cittadino ha incontrato i giornalisti.
“Si tratta di una decisione presa per prudenza – ha dichiarato ai giornalisti il sindaco Antonio Battista -. Alla fine dell’anno scolastico mancano appena tre mesi e per il prossimo settembre le due scuole, quelle di San Lazzaro e via Berlinguer, attualmente in costruzione, saranno terminate. In tal senso, chiederò un’accelerazione dei lavori”.
La scelta, dunque, comunicata nell’aula consiliare del Municipio dal primo cittadino è stata assunta, più che altro, per precauzione rispetto a una struttura costruita quaranta anni fa.
La relazione dell’Università di Perugia sarà pronta tra un paio di settimane, così come il professor Marco Mezzi ha comunicato nella tarda mattina odierna a Battista.
Al momento non ci sono elementi chiari e sufficienti per riaprire lo stabile di via Crispi, anche alla luce della struttura che collega i due edifici, che al momento della costruzione erano stati pensati come autonomi e indipendenti l’uno dall’altro.
A partire da mercoledì, al massimo giovedì, gli studenti saranno spostati e smistati nei plessi delle altre quattro scuole del capoluogo e dall’amministrazione la promessa è quella di ridurre al minimo i disagi.
Sarà il Consiglio d’Istituto, che si raccorderà con gli assessori Pietro Maio ed Emma de Capoa, a decidere come dividere gli studenti nelle quattro scuole. Lunedì mattina inizierà la fase di confronto degli esponenti della Giunta comunale con la Dirigente Scolastica e, dunque, di organizzazione.
A margine della conferenza stampa, uno dei rappresentanti del comitato della scuola di via Crispi ha sottolineato come “l’atteggiamento di prudenza del sindaco vada nella direzione richiesta dai genitori. La struttura ha quaranta anni e una questione di tipo progettuale e architettonico, quanto meno complessa, si presta a una più attenta verifica di vulnerabilità. All’interno del comitato dei genitori ci sono opinioni contrastanti. Se il principio della sicurezza è sacrosanto e appartiene a tutti quanti, il criterio con il quale procedere su questa situazione di emergenza appare diverso, perché c’è una frangia che vedrebbe la possibilità di risolvere la questione del turno pomeridiano nel più breve tempo possibile e un’altra frangia che, per far fronte alla sicurezza, sarebbe disposta a mantenere il doppio turno. Per il futuro chiediamo che questa impostazione e attenzione che l’amministrazione sta dando al tema non perda di efficacia”.