Verso il ballottaggio, nessun bagno di folla per Salvini. Il vicepremier in città per benedire di nuovo la D’Alessandro. “Noi come San Giorgio: pronti a sconfiggere il drago”

La piazza dove il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è atteso non è piena. Dinanzi alla Cattedrale ci sono tra le 300 e le 400 persone e il bagno di folla che in molti si aspettavano non è quello sperato. L’orario insolito del comizio, convocato alle 13,30 (ma iniziato alle 14 ndr), probabilmente, ha fatto desistere più di qualcuno.

Quando il leader del Carroccio arriva nel capoluogo, ad attenderlo ci sono l’assessore e coordinatore regionale Mazzuto, il governatore Toma e il Prefetto Guia Federico.

Salvini scende dall’auto blu, parcheggiata dinanzi alle porte del Teatro Savoia. Pochi metri più in là, proprio dove il ministro si ferma per rilasciare le interviste, dal balcone della sede del PD, capeggia lo striscione che alcuni candidati consigliere dem, il giorno della precedente visita del vicepremier, avevano esposto dal lato opposto della strada. “Il Molise resiste ai fascisti”, la scritta visibile posta al fianco del simbolo del Partito Democratico.

“Per Campobasso la Lega è un’opportunità di cambiamento”, dice invece il ministro, venuto nel capoluogo per tirare la volata alla candidata sindaco del Carroccio e della coalizione del centrodestra, Maria Domenica D’Alessandro.

“Sono orgoglioso e felice. Invito tutti a scegliere la Lega – prosegue Salvini – perché è una città che merita tanto. Nella squadra della Lega ci sono donne e uomini con idee chiare. Se i cittadini confermeranno i numeri della scorsa settimana, si lavora, si lavora e si lavora”.

Poi le priorità: “Abbassare le tasse. La nostra – dice ancora il vicepremierè la politica dei ‘sì’. Gli italiani vogliono meno tasse, sviluppo, strade. La politica dei ‘no’ che, anche qualche amico dei Cinque Stelle ha portato avanti, non solo non serve, ma è stata anche bocciata dagli italiani. Quindi bisogna riaprire i cantieri, sistemare scuole, palestre, biblioteche, ospedali, case di riposo. Tutto fondamentale per far ripartire l’economia”.

Nelle sue parole anche il delicato tema della viabilità e di quell’autostrada mai realizzata.Oggi, per essere qui da Potenza mi sono fatto ore e ore di macchina, su strade che non possono essere nemmeno definite tali. Non è possibile restare isolati dal resto d’Italia. Occorre lavorare, costruire, collegare”, chiosa Salvini prima di congedare i giornalisti e salire sul palco dove ad attenderlo oltre a Mazzuto, Toma, la coordinatrice dei giovani della Lega, Giulia Minnillo c’è, ovviamente, la candidata sindaco del centrodestra, Maria Domenica D’Alessandro.

“Grazie a chi mi ha sostenuto e chi mi sosterrà il 9 giugno”, urla dal palco la candidata alla carica di primo cittadino che, in pochi minuti, condensa gli aspetti del suo programma elettorale, non prima di aver sferrato un attacco ai Cinque Stelle, “poco esperti in campo amministrativo. Un’affermazione sulla quale sarà, però, ripresa dallo stesso Salvini. “Maria Domenica, non parliamo degli avversari, parliamo di noi. Noi che siamo sempre sorridenti e positivi”, dirà infatti nel suo intervento Salvini.

Il programma della D’Alessandro viene poi sviscerato dalla stessa aspirante sindaco: “Noi offriamo la politica delle soluzioni. Ecco perché una volta al comando della città abbasseremo del 30% le tasse, diremo stop agli sfratti, con la nuova costruzione di alloggi popolari e offriremo corsi extrascolastici gratuiti agli studenti. Vogliamo essere vicini ai cittadini e partire dall’ascolto continuo delle loro esigenze”.

Poi è la volta di Salvini, che prende il microfono dopo che il presidente Toma ha ricordato come sia trascorso esattamente “un anno dal giuramento di Salvini e un anno di buon Governo”.Maria Domenica – dice ancora il numero uno della Regione – merita il sostegno di Campobasso”.

“Campobasso – dice invece il ministro – deve ripartire da sicurezza e lavoro. Sicurezza significa anche commercio, perché ogni volta che la luce di un negozio si spegne la città diviene meno sicura. I giovani non devono più scappare via da qui e nemmeno dall’Italia. Ed è proprio questo che stiamo facendo attraverso le politiche del lavoro”.

Poco dopo Salvini citerà, infatti, la Legge Fornero “che – chiosa – stiamo smontando pezzo per pezzo. Guardate, ogni volta che piove io penso che in realtà siano le lacrime dell’ex ministro Fornero a scendere dal cielo”, afferma ridendo, mentre scattano gli applausi.

Salvini chiuderà poi  il suo intervento non prima di aver accostato la Lega al patrono della città.

Il 9 festeggiamo con lui. Se San Giorgio ha potuto sconfiggere il drago, voi potete sconfiggere gente che vale meno del drago”.

Un drago che, per il leader del Carrroccio è quel Movimento Cinque Stelle con cui ha composto il Governo gialloverde, che probailmente non è destinato a durare a lungo.

Intanto, a Campobasso per la battaglia finale c’è bisogno di tutti.

“Il 9 andate a votare, altrimenti poi non avete il diritto di lamentarvi”, chiude il vicepremier per tirare la volata alla D’Alessandro.

 

 

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