Uno “sgarbo gratuito ad Antonio Pettinicchi”. Il figlio dell’artista, Paolo Pettinicchi, il direttore di Artes Contemporanea, Vincenzo Manocchio e Antonio Ruggieri, direttore de “Il Bene Comune”, hanno definito in questo modo la mostra dedicata dall’Assessorato alla Cultura della Regione Molise al pittore scomparso lo scorso 25 giugno, inaugurata solo da qualche giorno all’ex Gil di Campobasso.
Gli stessi hanno promosso un appello per far si che “sia immediatamente chiuso il ‘corridoio’ riservato all’artista, ma soprattutto che ad Antonio Pettinicchi sia dedicato un grande evento espositivo, assegnandone la curatela a uno dei tanti critici di rilievo nazionale che, negli anni, si sono occupati del suo lavoro”.
I promotori di tale dissenso manifesto non si sono risparmiati nel definire l’esposizione una “mostriciattola senza né capo né coda, rabberciata per spazio e per impalcatura”.
Tra le 87 opere dell’artista che illustrano la Divina Commedia e che sono state acquistate dalla Provincia di Campobasso nel 1994 sono 15 i quadri, realizzati tra il 1985 e il 1986, che sono stati esposti in via Milano fino al prossimo 29 agosto.
“Senza alcun criterio e senza alcun curatore – hanno proseguito Pettinicchi, Manocchio e Ruggieri – sono state messe in mostra quindici opere dell’artista mentre sulla facciata campeggia il manifesto della mostra del Maestro Fratianni”.
Nessuna indicazione accompagna, infatti, l’esposizione dedicata all’artista scomparso e anche i visitatori si trovano quanto mai spiazzati quando, arrivati dinanzi alla ex Gil, non trovano alcuna locandina ad accompagnarli nei locali della mostra.
“Le opere di Pettinicchi – proseguono poi i promotori dell’appello – sono affilate in una saletta di dimensioni modeste quasi fino all’offesa, addirittura di passaggio, per accedere alla mostra di Fratianni, che invece si irradia in tre ambienti ampi e ben strutturati”.
Insomma, diciamo che far coincidere due eventi così importanti non è stata un’idea vincente, ma anzi avrebbe rappresentato, proprio come sostengono i tre firmatari, “un danno grave per la figura e per l’opera di un vero e proprio caposcuola dell’arte contemporanea molisana, e dunque per l’immagine culturale dell’intera comunità”.
Intanto, chiunque voglia sposare la causa e chiedere che si rimedi in fretta allo sgarbo gratuito fatto nei confronti di Pettinicchi può inviare un’e-mail a redazione@ilbenecomune.it oppure a regiaedizioni@virgilio.it, specificando nome, cognome e ragione sociale e indicando il titolo dell’appello.