Storie di giovani/Antonio Rocco, attore campobassano, protagonista di ‘Italy in a day’ di Gabriele Salvatores

MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

Un vero esperimento cinematografico: un mega documentario emotivo che racconta l’Italia con le storie degli italiani. I video diventano un grande collage psicodrammatico che descrivono emozioni e situazioni vissute il 26 ottobre 2013. In quel giorno, ogni italiano doveva filmare la sua giornata anche in modo amatoriale, ed inviarla dando vita a “Italy in a day”, prodotto da Rai Cinema, nato sulla scia del lungometraggio americano ‘Life in a day’. Regista e curatore, il premio Oscar Gabriele Salvatores e co-produttore Ridley Scott. Più di 44 mila video inviati – per la precisione 44.197 – ma solo uno scelto per ‘aprire’ questo innovativo film: il video del giovane attore di Campobasso, Antonio Rocco. E’ proprio lui a raccontarci la grande soddisfazione per essere stato scelto dal regista Salvatores.

Com’è nata l’idea di inviare un video a Gabriele Salvatores per ‘Italy in a day’? Come molti immagino, ho visto l’annuncio sia in tv che sul web. In genere sono restio a partecipare a progetti con impatto così broadcast, a semina larga diciamo, perché pensi “Vabbè ho tante cose da fare… ora mi metto pure a fare il video, ci perdo tempo, e poi figurati se mi sceglie tra migliaia e migliaia, meglio lasciar stare e concentrarmi sulle mie cose”. Ma Salvatores è stato carino, ha detto: mandatemi un video, fatelo come cavolo vi pare, col telefono, la telecamerina, non vi voglio far perder tempo a cercar di fare i professionisti, datemi giusto un pezzo di questa giornata, magari un minuto non di più, so che avete tante cose da fare ma cerchiamo di fare questa cosa tutti insieme – Tutti insieme questo è il bello, questo è il senso. Poi, pensavo, è ovvio che potrà anche non scegliere il mio video, ma è una questione di esigenze, di durata, di racconto, di tante cose che chi ha assaporato anche solo un attimo il mondo dello spettacolo da professionista sa cosa vuol dire e di certo non si “prende male” anche in caso non fosse selezionato. Niente paura, giochiamo tutti insieme diceva. A me ha convinto lui credo, ripensandoci bene, il suo modo di chiedere le cose, di comunicare questo progetto (parlava in prima persona in un video per chiedere questo contributo infatti…). L’essere insieme, e il suo voler essere insieme con noi. Un regista del suo calibro che non deve assolutamente dimostrare nulla a nessuno. Perché fa questa cosa? E Ridley Scott che è coproduttore e ne ha già prodotto uno di film del genere… ci ha reinvestito. Infatti la verità è che io non ero deciso a girare il mio contributo. Ma quei pochi grammi in più della telecamera li avevo portati con me per sicurezza, erano sul comodino, prima di dormire (era sabato ma dovevo svegliarmi molto presto l’indomani). Non riuscivo a prendere sonno (inconscio, istinto?) è scattata la mezzanotte e mi son detto “sai che c’è?” ho “clickato” rec. E’ nata così, improvvisata, in un momento”.

In questo diario emotivo, tu cosa hai raccontato? La scena che ho girato a mezzanotte è il primo contributo che apre la “storia” del film. Il racconto inizia dalla faccia di un molisano, proprio “alla faccia che il Molise non esiste”. Ho letto anche una recensione di Vanity fair che parla di una certa raccolta delle olive, cosa che ho filmato durante le ore solari e infatti c’è anche quest’altro video tratto da un filmato che ho inviato in cui ho raccontato il lavoro della raccolta delle olive insieme a mio padre Michele e mio zio Annibale a Colletorto (CB), il paese di mia nonna Maria dove mi trovavo il 26 ottobre. E’ stata scelta un’inquadratura particolare che ho girato con queste olive che cadono freneticamente sulla rete. La cosa certa al momento è che con mio padre siamo sicuramente finiti negli “starring” più lunghi della storia del cinema come riportato nel pressbook di Venezia”.

Cosa pensi abbia colpito del tuo video-racconto? Per quanto riguarda la prima scena sicuramente non la fotografia (perché ripeto era una registrazione assolutamente improvvisata). Credo la spontaneità e il momento buffo che vivevo io in primis, con protagonista l’inconsapevole mio padre che mi aveva firmato la libertoria … Nel video sulla raccolta delle olive, dove ci son dei seppur basici elementi di composizione dell’inquadratura e di fotografia, penso che lì possa aver colpito il contenuto mostrato di questo lavoro che è una cosa interessante per chi non lo conosce e carina per chi invece ci si rispecchia. Avendo ora visto il film, credo abbia colpito il dinamismo dell’inquadratura che ho fatto (e lì ero consapevole “registicamente” che poteva essere interessante) con il dettaglio delle olive che cadono sulla rete che si sposano alla grande nel flusso dinamico del montaggio del film nel momento in cui compaiono. Quelle olive, sappiatelo, sono proprio le nostre di Colletorto, città dell’olio del Molise”.

 Ci racconti un po’ le tappe della tua carriera da attore? Il mio primo maestro Sergio Ciulli diceva: “L’attore è colui che giocando con ciò che non è scopre ciò che è”. Son quelle frasi che non puoi non portarti dietro tutta la vita. Dopo il liceo, nel 2004 sono andato a Firenze dove c’era anche mia sorella e lì mi sono iscritto a questo corso tenuto appunto da Sergio Ciulli (che tra la varie cose lavorò anche con Fellini) presso una scuola di cinema. Lì quando finivano le lezioni di recitazione la sera, facevo sempre capolino per guardare da esterno anche le lezioni di regia. E scoprii una cosa bellissima. Un film, la storia che tu vedi, è composta da centinaia e centinaia di inquadrature e il tuo occhio non ci fa caso. Perché esistono una serie di “trucchi” di montaggo, ovviamente già considerati in fase di riprese, che fanno sì che tu non ci pensi a questa cosa e ti godi tranquillamente questa storia costruita con tutti questi frammenti che tu esperenzialmente vivi come una cosa unitaria. Scoprire questi “trucchi” di raccordo delle inquadrature, fu per me scoprire la magia del cinema, pian piano a trecentosessanta gradi… recitazione, montaggio, regia…. L’anno dopo Firenze, nel 2005, mi ero appunto spostato a Ferrara per seguire i vari laboratori dell’università a Marzo 2007 presi la Laurea in Tecnologo della Comunicazione Audiovisiva e Multimediale presso l’Università degli Studi di Ferrara.   Da lì iniziai a montare showreel agli attori che me lo richiedevano, era l’inizio della mia ActingShowreel. Nel 2007 mi è capitato di lavorare qui in Molise grazie ai due ragazzi termolesi che avevo conosciuto. Feci una lettura e finii in uno spettacolo di Ugo Ciarfeo dal titolo “Le nozze di Halil”, rapsodia albanese dove interpretavo il gonfaloniere del clan). Portammo questa favola alla Romeo e Giulietta in una tournee di tutti i paesi con influenze arbëreshë del Molise. Sempre nel 2007 a Roma ho vinto con un provino una borsa di studio finanziata dall’ormai ex IMAIE per studiare il metodo di recitazione americano. Era un corso di parecchie ore, ripartite nell’arco di tre mesi, dove ho conosciuto anche Jack Heller, uno dei membri dell’actor studio di Los Angeles. Poco dopo seguo a Napoli un laboratorio sul brainstorming delle idee e sulla scrittura di trame e personaggi e più o meno nello stesso periodo vengo selezionato, grazie ad un paio di soggetti che avevo scritto, per partecipare ad un laboratorio di sceneggiatura tenuto dalla Scuola Holden di Torino (la scuola principale qui in Italia, almeno all’epoca). La mia passione per il creare ha incluso anche la scrittura di testi quel periodo. Avevo 25 anni ed era l’ultimo anno utile in cui potevo provare ad entrare in un’accademia. Da quando ero arrivato a Roma non avevo intenzione di fare scuole, non sono mai stato un tipo accademico. Decisi di fare il provino. E abbandonai comunicazione d’impresa perché poi mi arrivò questa mail in cui si confermava la mia ammissione con borsa di studio al triennio dell’European Theatre and Cinema Academy, Eutheca, con attuale sede a Cinecittà. Tre anni di Accademia, 10 ore al giorno tutti i giorni. E’ stato faticoso ma bellissimo. Di lì un’escalation di esperienze che mi hanno portato, oggi, ad ‘Italy in a day’”.

Quanta ‘campobassanità’ porti con te quando sei in giro per l’Italia per lavoro? Molta. Vado fiero di essere di Campobasso. E tutti i miei compagni d’accademia lo sanno. Quando molti non avevano mai sentito parlare di Campobasso io dicevo: ma come no? La città di Robert De Niro! E poi mi mettevo a spiegare il fatto dei bisnonni di De Niro a Ferrazzano e che Ferrazzano è praticamente attaccato a Campobasso, un modo come un altro per far ricordare la città. Anche ai provini dico sempre che sono di Campobasso e poi chiedo sempre se sanno dov’è per rompere il ghiacchio ahaha. Lo stanno imparando per fortuna. Ma sai scherzare, fare ironia è sempre un buon modo per far ricordare le cose. Ma scherzi a parte, di solito, quando sono provini importanti e ci sono persone di un certo calibro, lo sanno devo dire. Credo lo sappian anche a Malta dov’è Campobasso ora, o per lo meno sanno che esiste. E ora lo sanno anche a Los Angeles ahah. Una cosa veramente simpatica che mi è successa ultimamente è che Campobasso è finita tra Londra e Los Angeles, insieme al mio nome, nella lista dei dieci finalisti di un concorso internazionale di recitazione, dove era possibile inviare via web il video di una propria interpretazione in lingua inglese. E tra migliaia di partecipanti sono riuscito a piazzarmi nella lista, come unico non madrelingua in mezzo a nuovi attori di Los Angeles, NewYork, canadesi e britannici. Una bella soddisfazione anche perché questo concorso è stato organizzato dai casting directors di Footloose e Assassini nati che insomma, sono una certa garanzia e mi ha fatto molto piacere perché vuol dire che sto lavorando nel modo giusto”.

Visto che anche il papà di Antonio, il signor Michele, è stato protagonista del video con suo figlio, queste le sue dichiarazioni: “Il Molise c’è anche con le olive che piovono su una verde rete di raccolta: era il 26 ottobre 2013 a Colletorto. Sono commosso al ricordo di tutte queste scene e per aver dato, grazie a mio figlio Antonio, un piccolissimo contributo alla realizzazione di questo film degli italiani che si raccontano”.

Questo il trailer https://www.youtube.com/watch?v=9yOM5-S655c

 

 

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