La giunta provinciale di Campobasso ha deliberato la soppressione dell’autonomia di quattro istituti scolastici, tra cui l’I.C. “Colozza” di Campobasso, provocando una forte opposizione da parte dell’amministrazione comunale di Palazzo San Giorgio. La decisione coinvolge anche l’IISS “Boccardi – Tiberio” di Termoli, l’Istituto Comprensivo “Amatuzio-Pallotta” di Bojano e l’I.C. “V. Cuoco” di Petacciato, che saranno accorpati ad altri istituti limitrofi.
L’amministrazione comunale di Campobasso, guidata dalla sindaca Marialuisa Forte, ha espresso la propria contrarietà, definendo la soppressione della dirigenza della Colozza come “un colpo grave agli sforzi per preservare i servizi essenziali della città”. Forte ha ricordato come il Consiglio comunale avesse già approvato all’unanimità una mozione contro il ridimensionamento scolastico, ribadendo la volontà di difendere il capoluogo e il suo sistema educativo pubblico.
La sindaca ha denunciato il paradosso della politica nazionale, che da un lato taglia organici e chiude scuole pubbliche per risparmiare 88 milioni di euro, ma dall’altro destina 65 milioni di euro agli istituti paritari attraverso voucher e agevolazioni fiscali. «Non vorrei che siamo di fronte a prove tecniche di privatizzazione della scuola», ha dichiarato Forte, sottolineando l’inadeguatezza dei risparmi ottenuti rispetto ai costi sociali dei tagli.
La questione verrà portata all’attenzione dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), di cui la sindaca Forte è vicepresidente con delega al Mezzogiorno e alla coesione territoriale. La difesa della scuola pubblica diventerà, secondo Forte, una “vertenza nazionale”, fondamentale per contrastare la desertificazione delle aree marginali e il drammatico fenomeno della fuga dei giovani dal Molise e dal Sud Italia.
Un monito è arrivato anche dal rapporto Svimez, che evidenzia come senza interventi urgenti il sistema scolastico delle aree periferiche sia destinato a subire danni irreparabili, aggravando le disuguaglianze e la perdita di opportunità nei territori più fragili del Paese.