I leoni da tastiera, meglio noti come haters, in questi giorni sono scatenati contro il Molise Pride 2019. All’indomani della concessione al patrocinio del Comune di Campobasso per portare di nuovo in città l’evento che inneggia all’orgoglio gay e Lgbt, hanno spopolato nei gruppi facebook veri e propri commenti omofobi e razzisti. Haters che incitano non solo all’odio ma soprattutto alla violenza contro i partecipanti. Dopo che un lanciafiamme è apparso sulla pagina facebook della manifestazione ed un messaggio di minaccia riportante un cappio rivolto agli organizzatori, stavolta spopolano commenti del tipo: “Mettete al rogo i partecipanti”o “Portateli nei campi di concentramento”.
La risposta dell’associazione Arcigay Molise è quella di denunciare alla Polizia Postale qualsiasi tipo di commento di questo genere, tra insulti e fomentazioni perché: “L’amore non si odia”.
Intanto, in risposta alla volontà dell’Arcigay di far valere i propri diritti attraverso una legge regionale, la risposta arriva dall’associazione “’Istituto per la Famiglia”: “La sanità è in ginocchio; le famiglie sono massacrate dalla mancanza di lavoro, dal vuoto generato dalle inadempienze delle Istituzioni, dall’indifferenza della società; il notevole aumento della disoccupazione e, di conseguenza, l’aumento del numero di famiglie che versano in stato bisogno, lo svuotamento dei nostri comuni; la scuola ha ormai quasi completamente sostituito il suo ruolo educativo e culturale col progettificio scolastico e, così via dicendo, tutti i disastri economico/sociali stanno affliggendo l’intera popolazione e l’arcigay chiede diritti? I diritti ci sono già, tutti.” Queste le parole del presidente Carmine Mancini.
“Noi, volontari dell’Istituto per la Famiglia, ma anche onesti cittadini che hanno fondato la propria vita su principi di giustizia e verità, crediamo che i veri discriminati sono tutti coloro che non trovano più una risposta ai loro problemi di vita quotidiana, coloro che hanno visti calpestati quei principi non negoziabili che assicurano loro una dignità, sono quei genitori che hanno perso il proprio lavoro e che non sanno come sbarcare il lunario insieme alla propria famiglia, sono coloro che necessitano di cure mediche urgenti ma costretti ad aspettare interminabili liste d’attesa, perché impossibilitati a pagarsele privatamente” rincara Mancini, proseguendo: “E di quale programma della piattaforma Molise Pride si sta parlando? Noi, da cittadini che credono in quei valori e principi cristiani di giustizia, pace e, amore (quello cristiano!), chiediamo piuttosto, che le politiche regionali insieme alle Istituzioni e tutti coloro che sono stati chiamati da Dio a guidare il gregge dei cristiani, si uniscano per studiare strategie atte ad abbattere ogni ideologia che, in nome della lotta alla discriminazione, dell’uguaglianza di genere, del femminicidio, del bullismo omofobico, in una parola del “Peace and Love”, si elevi contro ogni principio contrario alla naturalità delle cose e, quindi alla volontà di Dio! Difendiamo pubblicamente Dio e le famiglie naturali, perché tutti i gay pride hanno offeso pubblicamente il nostro Dio, Gesù Cristo, e l’identità delle nostre famiglie”.