La vita dietro le sbarre: proiezione verso una realtà di compiti e doveri

L’ingresso della casa circondariale di Campobasso

LUDOVICA COLANGELO

“Vacanzieri a spese dello Stato”. Nonostante più volte i riflettori si siano accesi sulla situazione precaria delle carceri italiane, nel gergo comune spesso c’è ancora chi i carcerati li definisce in questo modo, decidendo di non andare oltre la realtà vissuta dietro le sbarre. Una realtà conosciuta, invece, molto bene dal cappellano della casa circondariale, don Francesco Labarile, prete salesiano che, segue i detenuti del carcere di Campobasso e che in questa intervista per CBlive ha provato a raccontare un po’ di quella che è la vita condotta dai reclusi e a sfatare, in questo modo, alcune false credenze.

Lo stesso don Francesco, insieme a don Pasquale D’Elia e don Daniele Leo stanno promuovendo una raccolta di alcuni beni per l’igiene per la persona proprio per i carcerati del capoluogo. Lo Stato italiano, infatti, per ogni detenuto oltre a vitto, e alloggio, procura solamente la fornitura minima per pulire le celle e la cura personale . Tutto il resto è preoccupazione dei parenti o amici del recluso e, se questi vengono meno, il possibile lo mette a disposizione la Caritas. Per contribuire alla raccolta di beni per l’igiene personale, inoltre, i cittadini possono rivolgersi alle proprie parrocchie, i cui parroci consegneranno tutto ai cappellani della casa circondariale di via Cavour.

Don Francesco, tra le richieste dei detenuti alla Caritas emerge che, uno solo fa domanda di beni essenziali, come slip e che, quasi tutti, hanno invece espresso il desiderio di ricevere del tabacco. Come mai?  “Eliminare un vizio non è semplice per nessuno, figuriamoci per chi, come un detenuto, vive recluso e con delle restrizioni. Nel caso del carcere, ad esempio, non si può placare il desiderio del fumo con una passeggiata o con qualcosa in più da poter mangiare. Nel carcere del capoluogo, spesso, noto della solidarietà  tra i detenuti. Nel caso del fumo, ad esempio, se uno ha terminato il tabacco, i compagni non sono restii nell’ offrire una sigaretta”.

Anche a Campobasso, spesso, le ditte incaricate alla fornitura di alimenti hanno prezzi più alti del solito? “Ci sono i detenuti che hanno il compito di fare la spesa e, spesso, purtroppo, emerge che le ditte hanno dei prezzi più alti del normale. Solo una ditta è incaricata al rifornimento degli alimenti e, quindi, non si ha la possibilità di scegliere il prodotto più conveniente”. 

Può descrivere la giornata tipo di un detenuto? La maggior parte lavorano. Chi in cucina, chi come operatore delle pulizie, chi come addetto ai lavori manuali. Alcuni, attraverso l’articolo 21, per delle ore, possono lavorare anche all’esterno. I soldi che, i reclusi guadagnano, vengono depositati su un conto gestito dal carcere e destinato all’ acquisto di beni utili al detenuto.  Se la pena del recluso è definitiva, il guadagno viene utilizzato, anche, per pagare la cella. Chi non attende la condanna, infatti, per legge deve pagare 1,50 euro al giorno per il posto che occupa all’ interno del carcere. Somma che per buona condotta può subire uno scont”.

E se il detenuto non lavora? Si trova un modo affinché, attraverso delle prestazioni paghi la cella”.

Ma qual è, in fondo, lo scopo del carcere? E’ duplice: repressivo ed educativo. Il secondo è più difficile da attuare. Il detenuto, infatti, per prima cosa deve desiderare una rieducazione ed è, poi, necessario che venga seguito da un buon gruppo di educatori. Spesso non si hanno abbastanza educatori per poter indirizzare ogni recluso verso la buona strada. Ciò emerge anche in una realtà piccola come Campobasso”.

Un errore volontario o dettato dall’ irrazionalità. La troppa rabbia o l’eccessiva innocenza. Il luogo di nascita, le persone che ti circondano. Le cause di una reclusione possono essere davvero molte. In dei casi basta un attimo e l’ etichetta di “vacanziere a spese dello Stato” è assicurata. Cosa, realmente, si nasconde dietro le sbarre però davvero in pochi lo sanno.

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