L’incontro di questa mattina ha voluto affrontare il problema sociale della violenza dal punto di vista di chi agisce in maniera violenta. “Troppo spesso – le parole della Malesa – le persone violente vengono chiamate mostri, aguzzini. Invece, è bene sapere che non c’è alcuna specifica caratteristica per poterli riconoscere. Sono uomini normali che possono compiere azioni mostruose. Chiamarli mostri – ha precisato – li allontana dalle loro responsabilità, definirli persone comuni che usano la violenza sottende, invece, la loro responsabilità verso i gesti drammatici che possono compiere”.
Nelle parole di Malesa hanno trovato voce anche le storie di chi convive con la violenza perpetrata ai danni di altri. Nomi fantastici di persone per storie del tutto reali, che spesso vedono diventare violento l’uomo o il ragazzo che a sua volta è stato un bambino che la violenza l’ha subita. Così come il caso del ragazzo di 18 anni di cui la presidente del Cam Nord Sardegna ha raccontato agli studenti, ai quali ha anche illustrato come i professionisti operano all’interno del Centro di ascolto per gli uomini maltrattanti. Dal colloquio individuale fino ai lavori di gruppo, in cui quella violenza che ognuno ha messo in atto si riconosce e si comprende, come in un vero e proprio gioco di specchi, nelle storie degli altri.
Nel racconto della presidente Malesa anche parole per capire come il fenomeno della violenza non riguardi solo alcune fasce d’età o classi sociali e come, sia soprattutto la presa di coscienza e l’assunzione di responsabilità a rappresentare il primo passo del percorso per gli uomini maltrattanti.
A prendere parte all’iniziativa anche la direttrice della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato di Campobasso, Valeria Moffa che ha ribadito il ruolo delle Forze dell’Ordine, non solo in una chiave repressiva, ma anche e soprattutto in una dimensione che sia di prevenzione. “Per prevenire simili reati è importante che ognuno di voi diventi una sentinella, ovvero possa denunciare se vede o nota un comportamento strano”, ha detto la Moffa agli studenti, sottolineando come la violenza avvenga sempre più spesso tra le mura domestiche. Sempre la Moffa ha voluto, poi, ribadire la necessità di collaborazione tra enti, istituzioni e associazioni sul territorio. Un aspetto questo, ripreso anche nel saluto iniziale dall’assessore Emma de Capoa che ha evidenziato come le Giornate di contrato alla violenza siano nate grazie a una condivisione d’intenti tra il Comune, la Consigliera di Parità della Regione Molise, avvocato Giuseppina Cennamo presente all’incontro, con l’osservatorio Auser, le scuole della città e le associazioni che operano sul territorio.
“Promuovere simili incontri nelle scuole – le parole della de Capoa – significa aprire un dibattito costruttivo sul tema, offrire uno stimolo di riflessione ai giovani e condurre insieme ai ragazzi e alle ragazze un percorso che sia davvero di contrasto alle violenza, ma più in generale a tutte le forme di discriminazione”. A prendere parte all’iniziativa anche la presidente dell’osservatorio Auser, Aida Trentalance e Flavia Monceri, Docente Unimol. Intanto, alle 17 nell’aula consiliare di Palazzo San Giorgio si terrà un nuovo incontro con Nicoletta Malesa del Cam Nord Sardegna e la professoressa Flavia Monceri. “Il lavoro con gli uomini che agiscono con violenza nelle relazioni affettive: come avviene e perché’, il titolo del dibattito in programma per questo pomeriggio.
La galleria fotografica a cura di Rossella De Rosa