A causa del Covid, Campobasso ha dovuto rinunciare alla sua tradizione secolare.
Nel giorno di Corpus Domini i Misteri, per la prima volta dal dopoguerra, non hanno sfilato per le strade della città.
Nessuna bancarella, nessun concertone. Nel capoluogo c’è un’aria surreale a cui nessuno è abituato.
Alle 10 in punto, orario che solitamente segna l’uscita dei Misteri, all’esterno del Museo risuonano le note del Mosè di Rossini. Palloncini colorati volano simbolicamente in cielo.
I rappresentanti dell’associazione si mettono in posa con le mascherine, insieme al sindaco Gravina e all’assessore Felice, per uno scatto destinato a rimanere nella memoria di un capoluogo privato della sua festa più bella.
In via Trento i diavoli non rinunciano però alle loro facce nere e a sporcare, proprio come vuole la consuetudine, il volto del sindaco.
Un omaggio per tutti i campobassani che avviene con gli occhi carichi di commozione e che ricorda a tutta la città che nemmeno una pandemia ha potuto cancellare l’amore verso una tradizione carica di magia, storia e bellezza.