FABIANA ABBAZIA
Con i jeans e la maglietta nera dei “Diavoli dei Misteri” sembrerebbe una perfetta campobassana, ma a volte si sa, le apparenze ingannano.
A tradire è infatti l’accento tipicamente francese che si nota subito quando entra nel punto vendita di Piazza Prefettura per acquistare un nuovo gadget della festa più amata in città. Nonostante la sua provenienza, Maryline Clair, ormai campobassana d’adozione non si accontenta di un ricordo qualsiasi della festa del Corpus Domini, ma va dritta sulla maglia del “Made in Campuasce”. Un simbolo importante per chi, nata a Lione e arrivata nel capoluogo molisano per ragioni di “cuore”, ha imparato ad amare le tradizioni e i modi di dire tipici del posto.
Senza impaccio alcuno, legge con facilità i proverbi in dialetto riportati sull’ultimo acquisto fatto, come ad esempio “cè ha pigliato u lisc” che, tradotto significa più o meno “ci hai fatto l’abitudine”. Ed è proprio l’abitudine di partecipare alla processione degli Ingegni del Di Zinno a cui Maryline non vuole rinunciare, anche se il lavoro e l’amore l’hanno portata da un paio di anni in quel di Verona.
Dopo aver visto per la prima volta i Misteri sfilare per le vie del centro cittadino alcuni anni fa, se n’è innamorata a tal punto che non essere presente nel capoluogo il giorno del Corpus Domini le pesa parecchio.
“E’ un evento davvero unico”- dice mentre nel punto vendita di Piazza Prefettura ha appena sostituito la maglietta nera dei Misteri, con quella che meglio identifica l’appartenenza alla città in cui si trova.
E proprio sul legame che unisce molti cittadini al capoluogo molisano, nel corso degli anni la giovane donna ha avuto modo di compiere una riflessione. “Essere qui in questo giorno di festa –racconta – è bello perché dà la sensazione di un momento in cui tutti, uniti da un’antica tradizione, si sentono davvero parte di Campobasso. In Francia invece il senso di identificazione è radicato maggiormente verso la Nazione”. E’ questo l’aspetto dei Misteri che Maryline ha colto subito. Una sensazione ben precisa che ha avuto modo di toccare con mano, non solo durante il Corpus Domini, ma anche in occasione della Processione del Venerdì Santo, da cui pure è sempre piacevolmente meravigliata.
“Ormai – dice – ho conosciuto praticamente tutto della città, anche se per lavoro non riesco mai a partecipare alla manifestazione dei “Crociati e Trinitari”. Un vero e proprio cruccio per la giovane che però spera di poter rimediare il prossimo anno.
In effetti l’amore per Campobasso Maryline l’ha guadagnato sul campo da gioco. Non certo per modo di dire, dato che la ragazza francese innamorata di chi non ha mai perso una sola partita del Campobasso ha imparato presto a fare il tifo per i Lupi. Ultimamente soprattutto nelle trasferte, come ad esempio quella allo stadio Buozzi di Firenze, dove sono stati molti i campobassani in giro per l’Italia che si sono ritrovati.
Con semplicità e un sorriso contagioso Maryline si sente poi di confessare “alle partite dei Mondiali tifo Francia, ma sul Campobasso non si discute”.
E vederla cantare le canzoni rossoblù, così come ammirarla con la maglietta dei detti tipici del capoluogo, in fondo rende Campobasso davvero un po’ internazionale.