Giardino della Rinascita in via Lazio: “Un luogo nascosto che non rende giustizia alla memoria collettiva”

La scelta del Giardino della Rinascita di via Lazio a Campobasso come luogo per commemorare le vittime molisane del Covid-19 ha suscitato reazioni contrastanti. Sebbene l’iniziativa dello scorso sabato 30 novembre ha visto Il Circolo locale di Legambiente, il Comune di Campobasso e il Comitato Vittime Covid-19 insieme per la messa a dimora di 24 piante ed una targa ricordo presso un’area verde alla periferia di Campobasso, manifestazione accolta con apprezzamento per il suo significato simbolico, alcuni familiari delle vittime hanno espresso un senso di amarezza per il contesto scelto.

Tra le valutazioni, emerge il rammarico per un luogo percepito come “nascosto” e poco frequentato: un angolo che rischia di rappresentare il silenzio imposto a un evento forse già in parte dimenticato. Non si tratta di polemicaracconta un familiare ma di un’amarezza profonda. Ci saremmo aspettati qualcosa di più centrale, più vissuto. Un luogo che avrebbe potuto restituire un vero senso di appartenenza alla comunità”.

Il cippo commemorativo, pur portando una citazione toccante, istallato in un luogo poco frequentato e non di passaggio è stato percepito da alcuni come qualcosa che non rende giustizia alla portata della tragedia vissuta.

“La targa commemorativa per i caduti della pandemia è stata posizionata lontano dallo sguardo di chi vive questa città ogni giorno. E per me è come se questo evento simbolico resti ancora troppo lontano da quello che ci saremmo augurati potesse essere un momento per onorare la memoria collettiva”.

Una memoria su cui ci si pone ancora interrogativi profondi sul modo in cui il Paese, a livello nazionale e locale, affronta il ricordo di questa tragedia. “È come se le persone fossero ancora in ospedale, imprigionate, e noi non riuscissimo a liberarle dal peso della dimenticanza.”

 “Chi non ci è passato probabilmente può non capire”, racconta con voce rotta un familiare, per il quale il Giardino della Rinascita avrebbe potuto, probabilmente, offrire davvero un’opportunità: diventare un luogo che invita alla riflessione e al ricordo.

Tuttavia, affinché ciò potesse avvenire sarebbe stato necessario che l’iniziativa fosse stata valorizzata nel modo giusto. “Penso che probabilmente anche il cimitero poteva essere un luogo migliore, certamente più vissuto e frequentato, non solo dalle persone residenti nel quartiere”. La stessa iniziativa forse avrebbe potuto anche avere un eco differente se promossa nella Giornata nazionale dedicata alle vittime Covid.

Un disappunto espresso, senza l’intento di creare polemiche, ma un pensiero che racchiude certamente un dolore che torna più forte anche dinanzi ad alcune scelte: una sofferenza che il tempo non può guarire, ma che non può e non deve essere dimenticata.

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