GIUSEPPE FORMATO
Sono tornati a incontrare la stampa i 14 dipendenti delle cooperative Copat e Altrimedia, che gestiscono i servizi della Biblioteca Provinciale ‘Albino’ e il cui futuro lavorativo è a forte rischio. Al tavolo, a rappresentare le istanze dei lavoratori, Pasquale Guarracino, Lidia De Benedittis e Franco Spina.
“La Provincia di Campobasso – hanno affermato in coro –, con un ordine di servizio, ha spostato sette dipendenti dell’ente presso la struttura bibliotecaria. Aspettavamo un tavolo di confronto e, invece, ci siamo ritrovati affiancati da dipendenti della Provincia. Nulla contro di loro, ma questa è una mossa che porterà disoccupazione e saranno gettati al vento quattordici anni di sacrifici. Venerdì prossimo avremo un incontro in Regione e in quella sede difenderemo ancora e con forza le nostre posizioni. Occorre trovare una soluzione per i 14 lavoratori della Biblioteca, anche perché chi li sostituirà non avrà la giusta esperienza e professionalità maturate in tanti anni di lavoro da chi resterà a casa. Oggi si manifesta la necessità di una legge regionale sulla cultura, non si può più prendere in considerazione caso per caso, quando arriva una situazione di crisi, come è già successo con l’ex Gil e con il Teatro Savoia. Venerdì 25 sarà un giorno cruciale per il futuro dei 14 lavoratori della Provincia di Campobasso e ci auguriamo che si arrivi a una proroga almeno fino a dicembre. Se vogliamo parlare di cultura auspichiamo una simile situazione, dando merito a questi lavoratori che per quattordici anni hanno servito l’utenza della Biblioteca ‘Albino’. Salvare un posto di lavoro, oggi come oggi, significa salvaguardare l’economia della regione Molise. Dobbiamo smetterla di giocare al rimbalzo delle responsabilità e venerdì chiederemo precise spiegazioni in merito a tutta questa vicenda. La nostra speranza è che dopo la venuta di Papa Francesco e la sensibilizzazione per il lavoro che ha risvegliato nei politici molisani, quest’ultimi arrivino al confronto con quello stesso spirito trasmesso dal Santo Padre”.