A dirsi in disaccordo sin da subito sul bando, era stato il presidente Acem, Corrado Di Niro che, dopo aver chiesto al Comune l’annullamento del concorso, aveva anche trasmesso all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) gli atti inerenti il Concorso di Idee.
Probabilmente l’ipotesi di eventuali ricorsi, che avrebbero dilatato i tempi, ha indotto l’amministrazione a fare un passo indietro. A seguito della decisione arrivata da Palazzo San Giorgio è il presidente dell’Ordine degli Architetti, Guido Puchetti, a rompere il silenzio.
“Nel manifestare profonda delusione per la decisione adottata dal Comune, riteniamo doveroso – dice – da parte dell’Ordine degli architetti di Campobasso fornire chiarimenti in merito a quanto dichiarato dal presidente dell’Acem Di Niro. L’Ordine degli architetti – continua il presidente – ha da tempo posto l’attenzione sulla problematica legata all’edilizia scolastica, che è sfociata in uno studio accurato sulle due scuole realizzate dal Comune di Campobasso in via Sant’Antonio dei Lazzari ed in via Crispi, studio dal quale sono emerse una serie di criticità indicate in maniera puntuale all’Amministrazione comunale, ma ampiamente disattese. Nel ventaglio di iniziative culturali si inserisce anche l’impegno dell’Ordine di promuovere un concorso volto a raccogliere le migliori idee per progettare una scuola veramente innovativa. L’impegno dell’Ordine – precisa Puchetti – si era concretizzato con lo stanziamento di una somma di 20mila euro per attivare il concorso di idee oltre alla realizzazione di una piattaforma he sarà presentata a breve, per la gestione telematica di tutte le fasi concorsuali, in forma strettamente anonima, al fine di garantire la scelta dei vincitori sulla base dei parametri di qualità, sostenibilità, innovazione e trasparenza. Secondo questi principi, si è proposto, come detto, con l’Ance, al Comune di Campobasso di lavorare assieme per promuovere un nuovo modo di progettare, di perseguire qualità; il concorso di idee appunto, previsto e sostenuto dal Codice degli appalti e molto attivo in altre regioni italiane, che avrebbe dato la possibilità di raccogliere le idee dei progettisti e scegliere la migliore”.
“La gestione tecnico-amministrativa del concorso, -precisa ancora il numero uno degli Archietetti di Campobasso – stabilita nel Protocollo di Intesa, era a carico del Comune che, di conseguenza, avrebbe curato i rapporti con tutti i soggetti coinvolti nel processo istruttorio e nell’espletamento del Concorso. L’Ordine degli Architetti avrebbe fornito il supporto tecnico-organizzativo nell’ambito del Comitato paritetico che avrebbe curato gratuitamente, a partire dalla stesura del Bando, le diverse fasi di realizzazione del Concorso di Idee. Nessuna ingerenza da parte dell’Ordine, ma solo collaborazione finalizzata al raggiungimento dell’obiettivo di vedere progettare e realizzare scuole vere ed al passo con i tempi. Inoltre, così come previsto dalle norme in vigore, il componente del Comitato paritetico indicato dall’Ordine degli architetti, così come coloro che avrebbero partecipato alla stesura del Bando e dei documenti allegati, i loro coniugi ed i loro parenti fino al terzo grado compreso e chiunque avesse in corso con loro un rapporto di lavoro o altro rapporto notorio, non avrebbero potuto partecipare al concorso”.
“L’ulteriore ingerenza dell’Ordine – ci tiene ad evidenziare Pucchetti – per la nomina della Commissione, così come affermato dal presidente dell’Acem, va anch’essa smentita in quanto la commissione di valutazione, sarebbe stata nominata solo a valle della chiusura del concorso, ed il ruolo dell’Ordine sarebbe stato unicamente quello di garantire la presenza di commissari indipendenti e soprattutto qualificati, specializzati e riconosciuti dai partecipanti, in grado di valutare oggettivamente i progetti migliori. Si ribadisce che l’anonimato dei partecipanti sarebbe stato garantito fino alla proclamazione e con questa procedura avrebbe vinto la migliore idea, anche se proposta da un iscritto non dell’Ordine di Campobasso. L’affidamento, inoltre, al vincitore dei successivi livelli di progettazione non è un’invenzione dell’Ordine, ma come dovrebbe sapere anche Di Niro, è una possibilità fornita dal Codice che consente al vincitore del concorso, qualora sussistano i requisiti, di poter progettare l’intervento così come ideato nei limiti di spesa stabiliti e confermati in sede concorsuale. Ancora una volta dobbiamo, purtroppo, constatare l’impossibilità di introdurre procedure nuove, diverse che premiano la qualità e sulle quali l’intera cittadinanza possa discutere, senza segregare la scelta nei ristretti ambiti del Comune”.
“L’Ordine degli architetti – dice ancora – si sente orgoglioso di avere sostenuto ed appoggiato questa iniziativa, trasparente, innovativa e di alta qualità, finalizzata unicamente a dare alla comunità ed in particolare agli studenti, scuole con spazi sicuri, adeguati, belli, funzionali, flessibili, trasformabili, colorati, insonorizzati, caldi d’inverno e freschi d’estate, dove è possibile assicurare la crescita e l’apprendimento secondo principi pedagogici e programmi didattici innovativi. L’opera di architettura – conclude Puchetti – tende a sopravvivere al suo ideatore, al suo costruttore, al suo proprietario, ai suoi primi utenti e per questi motivi è di interesse pubblico e costituisce un patrimonio della comunità. Per questo un’opera pubblica progettata bene e costruita altrettanto bene, è un dovere professionale che noi architetti ed anche i costruttori dobbiamo alla comunità. Ma c’è da chiedersi se è proprio questa qualità che non vuole chi ha ostacolato, attraverso attacchi strumentali, il raggiungimento di questo obiettivo”.