Inaugurata la Casa per Domani, nell’ambito del Programma Formula di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Fondazione CESVI. L’apertura della nuova Casa è stata possibile grazie al progetto “Una Casa per Domani” dell’Associazione Italiana Persone Down (AIPD) sezione di Campobasso, con l’obiettivo di creare una Casa per accogliere le persone adulte con Sindrome di Down del Molise, giunte nella seconda parte della loro vita senza il sostegno dei genitori e con problemi legati alla vecchiaia.
In particolare, il progetto si propone di raggiungere quelle persone che da tempo hanno iniziato uno dei percorsi verso l’autonomia personale che l’AIPD di Campobasso organizza ormai da oltre 25 anni.
Le 16 persone che in questi anni hanno imparato ad occuparsi della gestione di “Casa Nostra”, il centro diurno gestito dall’Associazione, sono oggi pronte a fare il grande salto e ad andare a vivere in uno spazio di cohousing supportato con il sostegno materiale e psicologico adatto, che riproduca le condizioni abitative e le relazioni tipiche di una casa familiare.
Con questo progetto, si vuole favorire nelle famiglie un cambiamento culturale in un’età in cui i genitori sono ancora in grado di accettare il distacco e il figlio disabile può ancora incrementare il suo livello di autonomia. Questo consente così alle famiglie di percepire il bisogno di residenzialità come un’opportunità di miglioramento della qualità della vita del proprio figlio, piuttosto che come una soluzione a una necessità emergenziale.
Per i beneficiari, gli obiettivi saranno molteplici, come sperimentare concretamente che cosa vuol dire vivere senza i genitori in un contesto di quotidianità, in cui ognuno ha i propri impegni e ritmi, sperimentare brevi periodi di convivenza per verificare nella pratica le compatibilità caratteriali, le affinità nei gusti ed i livelli di autonomia, nella prospettiva di un’eventuale coabitazione, ma anche dare prova in abilità utili alla vita ordinaria, quali piccoli acquisti per la casa, cucinare, pulire l’abitazione, ricevere ospiti e così via. Il progetto li aiuterà infatti a far crescere e rafforzare la consapevolezza che, pur avendo una disabilità, si diventa “grandi” e si possono vivere esperienze da adulti al di fuori della famiglia dove sperimentare la propria capacità organizzativa e di relazione in un gruppo di pari nella cura e nella gestione della casa e del tempo libero.
Grazie al progetto, è stato possibile sostenere i costi della formazione dello staff di operatori dedicati, che assicurano la loro presenza nella casa 24h al giorno tutti i giorni della settimana, ma anche programmare e monitorare le attività da svolgere in casa, sia ordinarie che ricreative, parallelamente agli impegni lavorativi quotidiani degli ospiti e sostenere i costi ordinari di gestione della casa (utenze, tempo libero).
Il progetto coinvolge 16 persone con Sindrome di Down che, per un periodo di transizione di almeno 15 mesi, verranno suddivise in gruppi di 4 ospiti ciascuno e a rotazione faranno esperienza di convivenza 24 ore su 24.
Il progetto riuscirà quindi a coinvolgere in misura uguale tutti i membri del gruppo che attualmente seguono le attività dell’Associazione ed hanno già raggiunto un livello minimo di autonomia personale.
Beneficiarie saranno anche le 16 famiglie che verranno aiutate ad affrontare il doloroso quesito: “che ne sarà di mio figlio dopo la mia morte?”
Il progetto è stato finanziato attraverso una raccolta fondi attiva da gennaio a giugno 2022 su For Funding, la piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo dedicata a sostenibilità ambientale, inclusione sociale e accesso al mercato del lavoro per le persone in difficoltà. In sei mesi, sono stati raccolti oltre 100.000 euro grazie alle contribuzioni di privati cittadini, imprese, della Banca e delle società del Gruppo Intesa Sanpaolo.
“È un sogno che si realizza! È la risposta a tanti genitori che, fin dal primo momento della nascita del proprio figlio disabile, si pongono sul futuro del proprio caro; ma è soprattutto una risposta alle persone con Sindrome di Down, alla loro richiesta di libertà, autonomia che, se pur con dei limiti, è possibile e realizzabile, concludendo così quel processo di inclusione che li vede pari agli altri. Ci dispiace però che tutto ciò sia frutto della buona volontà di genitori, associazioni e privati e non di una risposta propositiva da parte delle Istituzioni”, dichiara Giovanna Grignoli, Presidente AIPD, sezione di Campobasso.
“Contribuire alla creazione di una Casa che accolga persone adulte con sindrome di Down è motivo di orgoglio per Intesa Sanpaolo e l’ennesima dimostrazione di quanto il nostro Gruppo sia sempre vicino ai bisogni delle famiglie e delle persone – afferma Alberto Pedroli, Direttore Regionale Basilicata, Puglia e Molise di Intesa Sanpaolo – Con il programma Formula, che supporta progetti dedicati a bambini, adolescenti, famiglie e anziani in situazioni di difficoltà, Intesa Sanpaolo conferma la propria vocazione di banca d’impatto, sensibile alle istanze sociali e alle specificità dei territori in cui opera. Anche a livello locale, quindi, esprimiamo il nostro ruolo di banca leader nelle iniziative di inclusione e sostenibilità”.
“Quest’importante progetto ci permette di essere più incisivi, con proposte progettuali rispondenti ai bisogni territoriali su una serie di questioni che colpiscono il nostro Paese in ambito ESG. Il progetto “Una Casa per Domani” è la dimostrazione che per dare una risposta rapida ed efficace alle problematiche sociali territoriali, il connubio tra i mondi non profit e profit può rappresentare una soluzione vincente in grado di portare soluzioni concrete in contesti sociali periferici complessi”, aggiunge Roberto Vignola, Vice Direttore generale di Fondazione CESVI.
“L’apertura nella nostra città di una struttura di interesse sociale così elevato, rafforza le prospettive di attenzione e cura che insieme, istituzioni e associazioni della società civile, hanno dimostrato di saper prima immaginare e poi attuare proprio puntando su un’idea collaborativa di comunità solidale. Il progetto una Casa per domani dell’AIPD Campobasso, rappresenta un messaggio di speranza per tutte le famiglie che dedicano la loro intera vita all’assistenza dei propri cari e che, finalmente, vedono così attuare, sul nostro territorio, un’azione concreta per iniziare a creare sin da subito i presupposti più sereni verso quel momento di passaggio definito come il dopo di noi”, sottolinea Roberto Gravina, Sindaco di Campobasso.
“L’autonomia e l’indipendenza delle persone con la sindrome di Down viene affrontato in maniera discontinua ed imprecisa dalle Istituzioni. Purtroppo non c’è consapevolezza dei bisogni, delle potenzialità e soprattutto dei desideri. Realtà come questa di Campobasso danno l’idea di come dovrebbe essere una comunità che si prende cura anche delle persone più fragili. Sono grato per questo nuovo progetto che diventerà casa, famiglia e calore per alcuni ragazzi con la sindrome di Down”, dichiara Luca Trapanese, papà di Alba ed Assessore al Welfare di Napoli.
Durante l’evento, i ragazzi hanno aperto il portone di casa insieme a Luca Trapanese, papà di Alba ed Assessore al Welfare di Napoli, e hanno potuto raccontarsi insieme a genitori e operatori. Erano presenti anche Francesco Digaetano, Direttore Area Retail Molise di Intesa Sanpaolo, Chiara Saliceti, High Valueì Donors Support di Fondazione CESVI, Roberto Gravina, Sindaco di Campobasso, Donato Toma, Governatore Regione Molise, Filomena Calenda, Assessore regionale alle Politiche sociali e Luca Praitano, Assessore Comunale alle Politiche sociali.